palazzo ducale urbino studiolo

Venne realizzato tra il 1473 e il 1476, da artisti fiamminghi appositamente chiamati a corte dal Duca. Un ritratto di Federico presenziava e chiariva l'allegoria dell'insieme, che esaltava il Duca come protagonista della parabola virtuosa. In origine le pareti erano decorate nella parte superiore da un fregio contenente ventotto ritratti di Uomini illustri del passato e del presente, disposti su due registri, opera di Giusto di Gand e Pedro Berruguete, del 1473-1476 circa. I ritratti, che comprendevano sia personaggi civili che ecclesiastici, cristiani e pagani, erano concepiti da un punto di vista leggermente ribassato e su di uno sfondo unificante, così da creare l'impressione prospettica di una galleria reale. Le Arti erano ritratte nell'atto di consegnare le loro insegne a Federico e a vari personaggi di corte, investendoli come ideali vassalli. Con loro operarono vari artisti italiani, tra cui forse anche il celebre Melozzo da Forlì. Gli oggetti ritratti negli armadi alludono ai simboli dell'Arti, ma anche alle Virtù (la mazza della Fortezza, la spada della Giustizia, ecc. La naturale propaggine dello Studiolo era la Biblioteca di Federico da Montefeltro, composta da manoscritti miniati (oggi conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana), dove si trovava una serie di dipinti alle pareti con le Arti liberali, simboleggiate da figure femminili su troni, che erano composti fortemente scorciati dal basso, al culmine di gradini in uno spazio che continuava idealmente da un dipinto all'altro. Quattordici di questi ritratti originali sono oggi al Museo del Louvre, al quale sono pervenuti a seguito delle note spoliazioni napoleoniche e mai più restituiti. [4], Bartolo da Sassoferrato Palazzo ducale di Urbino, Francesco PetrarcaPalazzo ducale di Urbino, Maestro delle Arti Liberali La musicaNational Gallery, Londra. Lo Studiolo di Federico da Montefeltro è uno degli ambienti più celebri del Palazzo Ducale di Urbino, poiché oltre che essere un capolavoro di per sé, è l'unico ambiente interno del palazzo ad essere rimasto pressoché integro, permettendo di ammirare il gusto fastoso della corte urbinate di Federico. Spesso le finte architetture delle tarsie attenuano le irregolarità della stanza. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta l'11 gen 2020 alle 19:58. The collections belonging to the National Gallery of the Marche are on display in a unique setting: Urbino’s splendid Ducal Palace [in Italian, “Palazzo Ducale”], built for Federico da Montefeltro to … These rooms contained, either physically or in the form of artistic depictions, books, tomes, scientific instruments, and other symbols of knowledge, particularly if they were associated Classical Greece or Rome. ), come se l'esercizio delle prime aprisse la strada alle seconde. The Ducal Palace featured several rooms that reflect Federico's devotion to Classical and humanistic studies and served his daily routine, which included visiting the palace's lararium and reading Greek literature. La parete sud aveva eruditi antichi e moderni e personalità religiose: in alto Euclide[2], Vittorino da Feltre[3], Solone[3], Bartolo da Sassoferrato[2], in basso Pio II[2], Giovanni Bessarione[3], Alberto Magno[2], Sisto IV[3]. La biblioteca di Federico di Montefeltro, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Studiolo_di_Federico_da_Montefeltro&oldid=109973931, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Le pareti sono coperte da tarsie lignee tuttora in situ, che creano effetti illusionistici di continuazione dell'architettura. Massimo Ferretti, Cultura potere immagine. As the Renaissance swept through Italy, the cultural movement caused the rebirth and development of numerous artistic styles. Elaborately decorated with paintings and intricate woo… I colori smaglianti e i continui rimandi tra architettura reale e fantastica dovevano creare nello spettatore un effetto di grande meraviglia. Lo Studiolo di Federico da Montefeltro è uno degli ambienti più celebri del Palazzo Ducale di Urbino, poiché oltre che essere un capolavoro di per sé, è l'unico ambiente interno del palazzo ad essere … Among these concepts was the development of the studiolo, a secluded room intended to allow for quiet study and mediation. Il ruolo di Pontelli è piuttosto controverso: vd. Spiccano però le tarsie attribuite a Baccio Pontelli[1] e caratterizzate dalle complesse costruzioni prospettiche di oggetti geometrici, che creano un continuo scambio tra realtà e finzione, dilatando lo spazio della stanza altrimenti minuscola. Da recenti studi è risultata una correlazione evidente tra lo Studiolo e la Biblioteca, infatti gli autori maggiormente presenti nel catalogo della biblioteca sono quelli rappresentati tra gli uomini illustri nel ciclo di ritratti che decora lo studiolo di Federico, a conferma dell'unitarietà complessiva che assume il progetto iconografico federiciano. Lo studiolo si trova al piano nobile del palazzo ed era lo studio privato del Duca. Lo Studiolo raccoglieva inoltre significati etici e intellettuali, con lo sviluppo nel complesso decorativo del tema della solitudine pensosa, che con l'etica e la contemplazione dava nutrimento all'agire. Il soffitto è a cassettoni dorati con le imprese ducali. Gli altri quattordici sono ancora in loco nello stesso ambiente per il quale sono stati pensati. These learned and explicitly pagan touches were atypical of a medieval palazzo. Nella parete nord si trovavano pensatori antichi e Dottori della Chiesa: nel registro superiore Platone, Aristotele, Tolomeo, Boezio, e nel registro inferiore San Gregorio, San Girolamo, Sant'Ambrogio[2], Sant'Agostino[3]. Lo schema della decorazione lignea prevede nella parte superiore un alternarsi di sportelli semiaperti, che rivelano armadi con oggetti, e di nicchie con statue; segue una fascia sottostante con fregi di vario genere sotto ciascun pannello, mentre la parte inferiore imita degli stalli, con assi appoggiate sopra, sulle quali sono disposti strumenti musicali ed altri oggetti, mentre lo sfondo degli stalli è composto da grate magistralmente eseguite, pure imitanti degli sportelli aperti o chiusi. La parete ovest era occupata per metà dalla finestra e per metà da quattro ritratti su due file come di consueto: da sinistra a destra e dall'alto in basso si incontravano Ippocrate[2], Pietro d'Abano[3], Dante Alighieri[3] e Francesco Petrarca[2]. Le tarsie sono attribuite a vari autori, come Giuliano da Maiano e, per i disegni, Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e il giovane Donato Bramante. Purtroppo l'effetto complessivo è alterato poiché gli originali sottratti in epoca napoleonica sono oggi rimpiazzati da copie di minor valore. Tra le figure rappresentate ci sono poeti, pensatori, eruditi e filosofi, al di sotto dell'iscrizione: .mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}, «FEDERICUS MONTEFELTRUS/DUX URBINI MONTIS / FERITRI AC/DURANTIS COMES SER/ENISSIMI REGIS SICILIE CAPITANEUS GENERALIS SANCTEQUE ROMANE ECCLESIE GONFALONERIUS MCCCCLXXVI». Nella parete est scrittori e filosofi antichi e medievali, personaggi dell'Antico Testamento: nel registro superiore Cicerone[2], Seneca[3], Omero[2], Virgilio[3], in quello inferiore Mosè[2], Salomone[2], San Tommaso d'Aquino[3] e Duns Scoto[2].

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