martirio di san giovanni battista caravaggio

Nello stesso anno Ciriaco Mattei, un altro banchiere, il cui fratello Asdrubale aveva aiutato Caravaggio prima del suo successo, commissionò un dipinto raffigurante Giovanni Battista per celebrare l'onomastico del suo figlio maggiore. Questo particolare, assieme alle grandi dimensioni (le più grandi dell'opus caravaggesco) rendono l'opera più che unica. Ricorrenza: 29 agosto. Nome: Martirio di San Giovanni Battista. Perez Sanchez che vede nella figura del santo una grande affinità con lo stile del Cavarozzi, seppure il resto del dipinto non ne rispecchi affatto, "e l'estrema alta qualità di certi passaggi, specialmente i rami d'uva splendidamente dipinti... è molto più una caratteristica di Caravaggio." 3) Riflessione • Oggi commemoriamo il martirio di San Giovanni Battista. Tale raffigurazione si basava su una breve affermazione del Vangelo di Luca "il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Tuttavia, nel 1997, per Jean-Pierre Cuzin tornò ad essere di un anonimo seguace di Merisi. Nel 1602 il Cupido di Caravaggio (conosciuto oggi come Amor Vincit Omnia), eseguito per il banchiere e protettore delle arti Vincenzo Giustiniani, impressionò il raffinato circolo dei ricchi imprenditori romani. Le piante apparse sulla parte sinistra del dipinto, appena accennate, ricordano quelle del San Francesco in preghiera della Pinacoteca Civica di Cremona, o quelle sulla parte destra del San Giovanni della Galleria Corsini di Roma». Nel 1979, lo pubblicò il Nicolson, come «Ignoto caravaggesco romano». Molti studiosi pensano che l’opera possa essere stata reali… Il San Giovanni battista disteso (o sdraiato) è un dipinto a olio di Michelangelo Merisi da Caravaggio, realizzato nel 1610 e attualmente conservato in una collezione privata a Monaco di Baviera. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 5 set 2020 alle 20:07. Ma nel 1986, sempre senza vedere il quadro, Giovanni Papi lo attribuì a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino; ripeté poi questa assegnazione nella monografia sull'artista. Questa tela è una delle sette versioni che il pittore lombardo ha dedicato al tema di "San Giovannino", ossia Giovanni Battista ritratto da bambino o appena adolescente. Quest'opera è conservata nell'Oratorio di San Giovanni Battista dei Cavalieri nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta (Malta). e l'altra mano volta a indicare il proprio petto, mentre Andrea del Sarto lasciò un Battista che ha quasi del tutto preannunciato quello di Caravaggio. Devi sapere che questo è uno dei dipinti di Caravaggio realizzati mentre si trovava sull’isola di Malta. Entrambe le versioni sono a Roma, una ai Musei Capitolini e l'altra nella Galleria Doria Pamphilj. Nel 2010, la tela è nuovamente pulita da Bruno Arciprete, esperto restauratore di Caravaggio (suoi gli interventi sulla Flagellazione, Napoli, Capodimonte e sulle Sette opere della Misericordia, Napoli, Pio Monte della Misericordia), «che mise in luce le piante sul fondo, prima totalmente occultate. San Giovanni Battista (talvolta chiamato San Giovanni nel deserto) era un soggetto molto frequente nella pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571–1610), il quale realizzò almeno otto dipinti con questo tema. Il muro vuoto della prigione interrotto dalle inferriate, i due prigionieri che osservano la scena ed il tono cupo dell'opera rimandano ad una spietata esecuzione, eseguita alle prime luci dell'alba. Grandi polemiche hanno recentemente dibattuto sull'identità del soggetto, che invece del San Giovannino sarebbe "un monello pagano non toccato dal sentimento religioso". Grazie a questa opera Caravaggio ottenne l'onore della Croce di Malta. San Giovanni Battista (talvolta chiamato San Giovanni nel deserto) era un soggetto molto frequente nella pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571–1610), il quale realizzò almeno otto dipinti con questo tema. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.". Costa voleva che fungesse da pala d'altare per un piccolo oratorio nel feudo Conscente di proprietà di Costa (un villaggio nei pressi di Albenga, sulla Riviera ligure), ma gli piacque al punto da spedire una copia all'oratorio e conservare l'originale nella sua collezione. [2] Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la … Caravaggio non è stato il primo artista ad aver raffigurato il Battista come un nudo maschile criptico - come testimoniano esempi anteriori di Leonardo da Vinci, Raffaello, Andrea del Sarto e altri - ma vi ha introdotto una nuova nota di realismo e drammaticità. “Verbale per esercitare il diritto di prelazione sul quadro oggetto della dichiarazione n. 47 del 7 settembre 1951”, a firma Giorgio Castelfranchi, Federico Zeri, Corrado Maltese. Sia Leonardo che Del Sarto hanno creato dalla figura di Giovanni qualcosa che accenna a un significato interamente personale, non accessibile allo spettatore, e Caravaggio non è da meno a questa scelta. Come il San Giovanni eseguito per Ottavio Costa, la figura è stata spogliata dei consueti attributi che alluderebbero all'identità del santo, tra cui il "mantello con peli di cammello", e vi è appena accennata la croce con bastoncini di canna. È conservata nella collezione del Museo Tesoro Catedralicio a Toledo (Spagna), e John Gash (vedi fonti successive) ipotizza che potrebbe essere stata una delle opere eseguite da Caravaggio per il priore dell'Ospedale della Consolazione, come ci riferisce Mancini, uno dei primi biografi dell'artista.Stando al Mancini il priore "successivamente li portò con sé in patria"; sfortunatamente, una versione del manoscritto di Mancini afferma che la patria del priore era Siviglia, mentre altri parlano della Sicilia. Egli battezzò Gesù nel Giordano, e venne infine ucciso da Erode Antipa, a causa delle severe critiche che rivolgeva al re. In realtà, il sorriso del Santo rimanderebbe allo spirito di "Cristiana Letizia" che ispirava gli Oriatoriani, seguaci di San Filippo Neri (a cui i committenti Mattei erano vicini); non sarebbe difficile vedere nel Santo-ragazzino uno dei fanciulli che frequentavano l'oratorio. Il biografo di Caravaggio Peter Robb ha sottolineato come questa versione sembra quasi un'immagine speculare del suo primo San Giovanni Battista, con tutti i simboli del santo in posizione opposta: la splendida luce del mattino che avvolgeva il dipinto giovanile è diventata qui aspra e quasi lunare nei suoi contrasti e le foglie di un verde vivido sono diventate di un bruno secco. Giovanni venne rappresentato frequentemente nell'arte Cristiana, solitamente insieme a una ciotola, una croce di canne, la pelle di cammello e un agnello. Battista tela grande, che colla destra porge l'herba all'agnello vestito di pelliccia, e manto rosso mano del Caravaggio corn.e liscia dor.a”[6], una descrizione che sembra coincidere pienamente con il quadro qui in esame». Confermando il giudizio nel 2003 (sempre senza aver visto la tela), Papi lo accostò all’Angelo custode della chiesa di San Rufo a Rieti, per «l'anatomia del nudo e il cromatismo caldo», e al Narciso alla fonte della Galleria Borghese, tuttora esposto e assegnato a Caravaggio; come, del resto, riteneva Longhi e credono numerosi altri. L'ariete veniva inoltre associato alla figura di Isacco nelle pitture delle catacombe paleocristiane; l'identificazione con Isacco è una recente via di attribuzione dell'opera: alcuni particolari sarebbero in tal senso rivelatori, quali l'espressione sollevata del giovane, nudo in quanto pronto per il sacrificio, il suo abbracciare l'ariete, ulteriore identificazione con la vittima sacrificale, il poggiare di entrambi i soggetti su una catasta di legna (la pira sacrificale), e insieme l'assenza degli attributi tipici del Battista, in primis la croce. Per il giovane Caravaggio, Giovanni era solitamente un ragazzo o un giovane solo, nel deserto. I documenti riferiscono che nell'ospedale c'era un priore spagnolo sin dal 1593, il quale non avrebbe lasciato il luogo prima del giugno 1595. È oggi conservato nel Museo Nelson-Atkins di Kansas City. Martirio di San Giovanni Battista. Al centro della composizione è il corto pugnale, detto "misericordia", col quale il boia s'appresta a staccare la testa dal busto; al di sotto del Santo la spada con cui era stato scagliato il primo colpo, mentre una corda recisa e fissata ad un anello sulla parete a destra fa intuire cos'era successo qualche istante prima, quando il Santo era stato slegato e portato avanti. Essendo stato nominato Cavaliere di Grazia poco prima dell'esecuzione del dipinto, Caravaggio lo firmò col sangue che schizza dalla testa del Santo, come "F(rà) Michelangelo" (ma l'ultima parte della firma è illegibile a causa di una caduta di colore). Allo Spadarino, la Fototeca Zeri attribuisce anche il, cfr. Le foglie di vite vogliono significare che dall'uva che è stata schiacciata è nato il vino dell'Ultima cena, mentre le spine riportano alla mente la Corona di spine, e l'agnello è un ricordo del Sacrificio di Cristo. Gash indica anche il delicato chiaroscuro e il leggero trattamento dei contorni e delle sembianze, e le simili sembianze stilistiche nelle opere giovanili di Caravaggio, come il Concerto e San Francesco in estasi. Infine, l'importante scoperta documentale, che è di Sergio Guarino, dei Musei Capitolini: «Nell'inventario del 1681 dei beni del cardinale Giacomo Filippo Nini, conservati a Palazzo Lanci al Corso, a Roma, e reso noto da Daniela Simone, compare un “S. I. Giovanni sigilla la sua missione di precursore con il martirio. Data di realizzazione: 1598 Dimensioni: 169 x 112 cm Dove si trova: Museo Tesoro Catedralicio, Toledo Questa versione del Caravaggio San Giovanni Battista conservata in Spagna, è ancora oggetto di discussione tra studiosi e critici, i quali, non riescono a confermare pienamente l’attribuzione di questo quadro a Caravaggio. «La presenza di alcune incisioni quasi sicuramente eseguite in tempi diversi, a causa della maggiore o minore profondità, riporta a quelle della Madonna dei Palafrenieri, Roma, Galleria Borghese». Il dipinto mostra l'estremo chiaroscuro tipicamente caravaggesco (uso di luce e ombra), ed anche la sua tipica consuetudine di ritrarre Giovanni Battista da piccolo, questa volta posto in un paesaggio scuro contro un minaccioso scorcio di cielo luminoso. L’artista si trasferì temporaneamente in quel luogo per entrare a far parte dell’ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Il quadro fu commissionato a Caravaggio dalla Compagnia della Misericordia, quindi a ciò si dovrebbe la centralità, nell'opera, dell'omonimo pugnale. Giovanni Battista (Giovane con montone), Musei Capitolini e Galleria Doria Pamphilj, Roma, Giovanni Battista Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma, San Giovanni Battista alla sorgente Collezione privata, Malta, San Giovanni Battista (Caravaggio Borghese), San Giovanni Battista che nutre l'agnello (collezione privata, Roma). Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 19 dic 2019 alle 12:55. Il dipinto era stato commissionato nel 1604 dal banchiere genovese Ottavio Costa, in affari con Vincenzo Giustiniani, e per il quale il pittore aveva già eseguito Giuditta e Oloferne e Marta e Maria Maddalena. Il San Giovanni Battista alla sorgente, in una collezione privata a Malta, non è facilmente accessibile per cui solo pochi studiosi sono stati capaci di esaminarlo. In questo quadro il rapporto figure-spazio è rovesciato a vantaggio di quest'ultimo, tanto da creare ampie zone di vuoto, mentre attenuando i contrasti luministici, l'artista immerge la scena nella penombra. Per contro l'atmosfera disincantata più che le solitudini della Giudea, luogo di predicazione del Santo, richiama l'atmosfera disincantata dell'Arcadia e dei suoi abitanti pagani. Il 6 settembre 1951, una società di trasporti della Capitale lo presentò all'Ufficio esportazione di Roma come San Giovanni Battista con croce di canna ed agnello[4], senza un autore certo, e ne dichiara il valore in 30 mila lire. Alla fine, la giustizia diede ragione all'antiquario, e gli restituì la tela. 92). Inoltre, il Santo siede su una tunica rossa ed una pelle di cammello, simboli di Cristo la prima, del Battista la seconda; se si aggiunge ad esse la posa del santo, che abbraccia fraternamente l'ariete, si può intendere che Caravaggio volesse sottolineare l'importanza del Battista, precursore e quasi fratello (più che cugino) del Cristo. Conosciuto anche come Giovane con un montone, questo dipinto esiste in due versioni quasi identiche, entrambe ritenute dell'artista. Infatti, «nel 1960, nonno improvvisamente se ne va; non ha nemmeno potuto raccontarci qualcosa del quadro», dice Fabrizio Russo; e, per vari motivi, il San Giovanni restò in cassaforte. Il suo Battista ha le mani screpolate, rugose per la fatica e il suo torso pallido che contrasta con l'oscurità dello sfondo ricorda allo spettatore che è stato un vero ragazzo ad essersi spogliato per fare da modello al dipinto - al contrario del Battista di Raffaello, che è astratto e non individualizzato alla pari dei suoi cherubini. Tipici i profili a risparmio: zone non dipinte, in cui l'artista sfrutta la preparazione della tela. Il manto rosso è un elemento comune nelle opere di Caravaggio, avente molti precedenti nell'arte rinascimentale. Tante le compatibilità e analogie: per come è dipinta, una gamba è analoga al quadro Corsini; anche certe incisioni li accomunano». Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti il quadro di San Giovanni Battista di Caravaggio conservato a Toledo. Getty Provenance Index, inventario I – 5042, item 0126, San Giovanni Battista (Caravaggio Capitolino-Pamphilj), Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, Salomè con la testa di Giovanni Battista (Londra), Ritratto di Alof de Wignacourt e del suo paggio, Salomè con la testa di Giovanni Battista (Madrid), https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=San_Giovanni_Battista_(Caravaggio)&oldid=115357837, Dipinti nella Galleria nazionale d'arte antica, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Erode Antipa, imprigionatolo nella fortezza di Macheronte ad Oriente del Mar Morto, lo fece decapitare. E non soltanto negò l'esportazione, ma propose allo Stato di acquisirla, giunta «alla conclusione che si tratti di opera d'alto pregio, da attribuirsi a Michelangelo da Caravaggio nella sua piena maturità». Compaiono nella tela il carceriere imperterrito, il boia che s'appresta a vibrare il colpo finale, una giovane che porta un bacile su cui raccoglierà la testa del Battista e una vecchia con le mani al volto per l'orrore; sulla destra due carcerati assistono da una grata alla scena. Quando ancora era nelle pessime condizioni in cui lo descrive il “Bollettino d'Arte”, è inserito in una mostra a Palazzo Barberini, nel 1955; e divenne di un «Anonimo caravaggesco, stretto imitatore di Caravaggio». La storia di Giovanni Battista è tratta dai Vangeli. La posa, poi, rimanda ai tanti ignudi dipinti da Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina, di cui Caravaggio fu sempre un grande ammiratore. Il dipinto è vincolato dal 2012 dalla Soprintendenza di Roma, con attribuzione all'artista[3]. [2] Tra i pentimenti, uno in particolare attira la sua attenzione: «Sul torace, una fascia scura in radiografia, chiara all'infrarosso, che verso il basso assume la forma di una striscia della pelliccia poi ricoperta; è possibile che la pelle animale rivestisse dunque maggiormente la figura del santo, fino a sormontarne la spalla destra, in modo simile al San Giovannino di Kansas City». Tipologia: Memoria liturgica. Il Battista del Caravaggio è impenetrabilmente privato. Leonardo ha dipinto un Battista giovane ed enigmatico con un dito rivolto in alto (al Cielo?) Giovanni era il cugino di Gesù, e, sin da bambino, era stato chiamato a preparare la strada per l'arrivo del Messia. L'opera comparve finalmente in una mostra nel 1998, per i cent'anni dalla fondazione della Galleria Russo: cominciarono gli accertamenti, venendo pulito da Marcello Lanci «che lo trovò già foderato, parzialmente pulito, “anche se in maniera maldestra”, con stuccature “goffamente ridipinte” e notevoli sollevamenti della pellicola pittorica, tanto da richiedere una nuova foderatura, effettuata dopo la pulitura». La scena più diffusa, prima della Controriforma, era il battesimo di Gesù da parte di Giovanni, o talvolta il Battista bambino insieme a Gesù bambino e a Maria sua madre, molto spesso accompagnata dalla madre del Battista, Santa Elisabetta. È collocata nella Galleria nazionale d'arte antica di Palazzo Corsini alla Lungara. Decollazione di san Giovanni Battista (Caravaggio), Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, San Giovanni Battista (Caravaggio Capitolino-Pamphilj), Salomè con la testa di Giovanni Battista (Londra), Ritratto di Alof de Wignacourt e del suo paggio, Salomè con la testa di Giovanni Battista (Madrid), San Giovanni Battista (Caravaggio Borghese), https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Decollazione_di_San_Giovanni_Battista_(Caravaggio)&oldid=109510394, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. L'attribuzione di questo dipinto a Caravaggio è discussa, dato che l'opera viene spesso assegnata a Bartolomeo Cavarozzi, un giovane allievo. Da qui il riferimento al quadro come "Giovane Ignudo" o "Pastor Friso" (Cfr. I due restauratori osservano ancora che «la postura del San Giovannino ricorda, almeno in parte, quella del San Gerolamo di Malta, a La Valletta, cattedrale di san Giovanni dei Cavalieri, dipinto intorno al 1608». Il Martirio di san Matteo è un dipinto a olio su tela (323x343 cm) di Caravaggio, databile al 1600-1601 è conservato nella Cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.. La scena si sviluppa concentricamente intorno alla figura di un carnefice nell'atto di colpire il futuro martire. John Gash lo attribuisce a Caravaggio, sottolineando la somiglianza nell'esecuzione della carne con l'Amorino dormiente, riconosciuto di mano dell'artista e datato nel suo periodo a Malta. Era in precedenza parte della collezione Mattei, famiglia che commissionò diverse opere all'artista. Poiché, lo spedizioniere agiva per conto di Franco Russo, antiquario a Roma, [il quale] e quegli intendeva vendere l'opera, come di un ignoto caravaggesco, ad un'asta di New York, lo stesso Franco Russo contesta la prelazione e rivendica la propria buona fede: «Se avesse mai pensato che il quadro fosse stato attribuibile al maestro, non avrebbe mai cercato di esportarlo». Il Giovanni Battista riporta molte delle caratteristiche che si riscontrano nelle altre opere di Caravaggio a partire da questo periodo. Robb fa notare che il Battista è evidentemente lo stesso ragazzo che fece da modello per Isacco nel Sacrificio di Isacco, che potrebbe datarsi intorno a quello stesso periodo. Oltre a queste opere raffiguranti Giovanni da solo, datate prevalentemente nei primi anni dell'artista, Caravaggio dipinse tre grandi scene di carattere narrativo sulla morte di Giovanni - la grande Decollazione di Malta, e due scure opere raffiguranti Salomè che mantiene la sua testa, una a Madrid, e una a Londra. La Decollazione di San Giovanni Battista è un dipinto di Caravaggio realizzato in olio su tela (361x520 cm) nel 1608. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. I primi, eseguiti dall'ingegner Claudio Falcucci, dell'Università La Sapienza di Roma, che ha al suo attivo l'esame di 30 opere del Merisi e ha indagato «questo quadro tre volte, l'ultima nel 2011»: la stesura delle pennellate lo accomuna a «molte opere caravaggesche, quali la Giuditta di Palazzo Barberini, il San Giovannino della Galleria Corsini, la Madonna dei Pellegrini di Sant'Agostino, la Flagellazione di Capodimonte, e il San Girolamo (La Valletta, S. Giovanni)»; e aggiunge: «Non c'è un disegno, ed è abbastanza solito in Caravaggio; ci sono invece quelle incisioni nella tela abituali per lui. San Giovanni Battista che nutre l'agnello (collezione privata, Comunicazione di avvio del procedimento, a firma della Soprintendente Rossella Vodret, del 2.5.2012. Dimensioni: 361 x 520 cm. La scelta di Caravaggio di dipingere Giovanni Battista come un giovane era piuttosto insolita per l'epoca - il santo, infatti, fino ad allora, era rappresentato come un fanciullo, insieme a Gesù bambino e talvolta accompagnato dalla madre di Gesù; altre volte come un adulto, nell'atto di battezzare Gesù. Gio. Nell'anno xv del regno di Tiberio Cesare, Giovanni Battista dal deserto venne alle rive del Giordano, nelle vicinanze di Gerico, per predicarvi il battesimo di penitenza, in preparazione alla venuta del Messia. Il dipinto è stato seriamente danneggiato, soprattutto nel paesaggio. Dal Vangelo di Matteo 14,1-12 [1] In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Ma i dati forse più interessanti provengono dalle indagini diagnostiche e da una rivelazione. La presente tela è una delle due che raffigurano San Giovanni Battista dipinte dal Caravaggio intorno al 1604 (o al 1605). Caravaggio precorre quelle che saranno le istruzioni di Federico Borromeo in materia d'arte sacra (De pictura sacra, 1624), là dove, a proposito della rappresentazione della decollazione del Battista, si raccomanda di "ritrarre l'orrido e tetro carcere". Data di produzione: 1608. Se questo e altri dipinti di Caravaggio erano davvero a Siviglia in quegli anni avrebbero senza dubbio influenzato Velázquez nelle sue opere giovanili. Peter Robb, considerando il dipinto di Caravaggio, lo data intorno al 1598, nel periodo in cui l'artista faceva parte della famiglia del suo primo protettore, il Cardinale Francesco Maria Del Monte. La Galleria Doria Pamphilj di Roma conserva due copie di quest'opera: una attribuita al Caravaggio stesso, e l'altra ad autore ignoto. Il S.Giovannino è ritratto mentre abbraccia un ariete, forse rappresentante il sacrificio di Cristo, giacché le corna di esso venivano viste come un disegno "astratto" della croce (ma abitualmente è sostituito dall'agnello). L'opera è stata replicata in altre due versioni, leggermente differenti. Visse nel deserto della Giudea tra Gerusalemme e il Mar Morto, "era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e si cibava di locuste e miele selvatico." Tuttavia non è assolutamente senza precedenti. La figura di Giovanni da solo nel deserto non era molto comune, ma nemmeno del tutto sconosciuta. In ogni modo, gli argomenti a favore di Cavarozzi sono forti, e lo stesso artista è conosciuto per aver trascorso alcuni anni in Spagna, dal 1617 a al 1619.[1]. Quando il pittore fuggì dall'isola poco dopo, la bolla con cui veniva radiato dall'ordine fu letta proprio davanti a questo quadro. Vari pentimenti e correzioni: non è una copia. Da allora fino a pochissimi anni fa, nessuno la vide più; quindi, molti ne hanno scritto ma senza averla potuta studiare direttamente, dal vivo. Dove si trova: Oratorio di San Giovanni Battista. Il tema del Battista da giovane che si china a bere a una sorgente riflette la tradizione evangelica secondo cui il Battista beveva solo acqua durante il suo periodo di solitudine nel deserto. Nel frattempo (pochi mesi prima, a Milano, si era svolta la celebre mostra curata da Roberto Longhi su Caravaggio), l'opera era stata assegnata alla Galleria nazionale d'Arte antica di Roma, a Palazzo Corsini, dove resterà esposta fino al 1958, senza tuttavia essere mai restaurata. Non c'è nulla per quanto riguarda i simboli che possa permettere di identificare questo giovane come una figura religiosa, né aureola, né agnello, né mantello di pelli animali, se non una croce di esili canne. Le foglie dietro la figura, e le piante e il suolo intorno ai suoi piedi, sono dipinti con accurato, quasi fotografico, senso del dettaglio, come si vede nella contemporanea natura morta Canestra di frutta, mentre il melanconico autoassorbimento del Battista crea un'atmosfera di introspezione. Sulla sinistra si staglia il tronco di un cipresso. Sfortunatamente questo Sacrificio di Isacco è ancora oggetto di discussione, e quindi il problema dell'attribuzione non è ancora risolto. Il santo è sbilanciato a destra mentre guarda verso sinistra ed è avvolto dal panneggio rosso. Compaiono nella tela il carceriere imperterrito, il boia che s'appresta a vibrare il colpo finale, una giovane che porta un bacile su cui raccoglierà la testa del Battista e una vecchia con le mani al volto per l'orrore; sulla destra due carcerati assistono da una grata alla scena. Per Maurizio Calvesi, «i numerosi “pentimenti” rivelati dal recente restauro e dalle analisi radiografiche escludono che il San Giovannino tornato alla luce possa essere una copia», e altri dati «documentari e tecnici (come le abituali “incisioni”), nonché alcune caratteristiche di esecuzione sembrano confermare che questo originale spetti al Caravaggio»; nota «isolato in alto a sinistra il simbolico (della Resurrezione NdA) tasso barbasso già noto agli iconologi del Caravaggio, al pari di altri simboli analogamente isolati in alto come l'uccellino in gabbia del secondo Suonatore di liuto». I Geni dell'Arte - Caravaggio, Mondadori, 2007, pag. La commissione, diretta dal soprintendente Giorgio Castelfranco, capo dell'Ufficio, e composta dai funzionari Corrado Maltese e Federico Zeri, decise di esaminare l'opera separatamente l'indomani, «data l'evidente importanza e il basso valore dichiarato»[5]. Università di Bologna, Fondazione Federico Zeri, Fototeca, Serie Pittura italiana, busta 0477, scheda 45927. La figura di Giovanni si staglia su uno sfondo di verdi viti e steli spinosi, seduta su un mantello rosso, reggendo una croce di esili canne e osservando un agnello, seduto ai suoi piedi. Gash menziona il giudizio dello studioso A.E. 29 agosto: sec. Il Santo è colto negli ultimi spasmi di vita, con le mani legate dietro le spalle, e veste l'abituale veste di peli di cammello intrecciati (suo emblema), ed una tunica rossa (rimando al futuro martirio di Cristo suo cugino).

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