il sogno di carzano

La chiesa di Carzano. Si ringraziano le varie fonti cui abbiamo attinto, in particolare Cesare Pettorelli Lalatta Finzi «Carzano 1917 - L'occasione perduta», edizioni Mursia, Milano, 1967, e Google Map e Google Earth per le cartine che abbiamo potuto scaricare. Al limite, anche solo alla  giornata  conclusiva  della  commemorazione, domenica  18  settembre, che  come  ogni  anno  vedrà affluire a Carzano in numero consistente e crescente i Bersaglieri, che ricordano i loro Caduti pure con il Pellegrinaggio Cremisi, giunto alla sua sesta edizione, ma anche gli appartenenti ad altre Associazioni d’Arma e autorità provenienti anche dall’estero, oltre naturalmente a tante persone che intendono respirare almeno per un giorno un’atmosfera particolarmente serena e di buon auspicio per il futuro. Il Col. Pirzio Biroli, che comandava i bersaglieri ciclisti, affermò in seguito che l'impresa era fallita per la cattiva preparazione e che, nonostante il notevole ritardo di tempo che si era accumulato, aveva invano domandato al generale Zincone, di andare avanti, ma questi non seppe prendere alcun provvedimento.In quella maldestra azione persero la vita 13 ufficiali e 896 soldati del Regio Esercito italiano; 10 ufficiali e 306 soldati dell'Imperial-Regio Esercito austro-ungarico. "Era già pronto un treno - racconta Sardi - che avrebbe potuto tranquillamente arrivare fino a Trento e sorprendere le guarnigioni austriache perché ai posti di controllo Pivko aveva sistemato militari fidati". Le inchieste  Gli italiani evitarono di dare troppa pubblicità allo smacco e i tedeschi ne smorzarono i toni per evidenti motivi di opportunità. Questo episodio è comunemente noto come il  “sogno di Carzano” perché, se fosse stato davvero realizzato come pianificato, avrebbe consentito alle truppe italiane di dilagare in Valsugana e arrivare forse fino a Trento. Un bagno di sangue inutile che costò la vita a tantissimi bersaglieri, quelli del 72° Battaglione del 20° Reggimento. 849, Libreria Editrice Goriziana, traduzione di Irena Lampe). Ma le inchieste vennero aperte lo stesso. E l’8 maggio 1918 sui giornali di Vienna si leggeva: “Apprendiamo con orrore che la cospirazione durò settimane, che sui prigionieri furono trovate riproduzioni fotografiche e topografiche di tutte le nostre posizioni, esatte in tutti i dettagli, che le nostre truppe vennero perfidamente frodate dei loro più efficaci mezzi di difesa, che lavori di difesa nostri furono appositamente ritardati. Questo fu proprio offerto agli italiani sul vassoio e ciò nonostante l'impresa fallì non in piccola parte per la dappocaggine del comando italiano giacché gli italiani, stipandosi su un unico passaggio persero tempo prezioso. P.S. Senza esitazione il timoroso generale Zincone ordina alle truppe di sospendere l'azione e di ritirarsi ai punti di partenza.Fine delle operazioni. In attesa di poterLa incontrare e di un Suo cortese cenno di riscontro al presente invito, grazie per l’attenzione e cordialissimi saluti. Invece scattò anche la "rappresaglia": con l’accusa di tradimento diversi cospiratori del reggimento di Pivko vennero passati per le armi, altri imprigionati. L'irripetibile occasione si presentò il 17 settembre 1917: Tutto era dalla nostra parte, nulla andò in porto. Tutto lo sforzo di quegli ultimi mesi, tutte le fatiche, tutte le notti perdute si abbatterono come di schianto sulla mia tenace volontà: la partita era perduta, il sogno svanito. La verità venne a galla il 5 maggio del 1918 quando il Ministro della Difesa Nazionale parlò del tradimento di Carzano dicendo: “Il Paese si deve rallegrare per aver potuto superare, senza letali conseguenze per l’Impero, il grave pericolo che lo aveva minacciato, la cui gravità, basata sul più abbietto tradimento, era tale da sgomentare”. Le scuole elementari e media, in Trentino, restano aperte. E l’8 maggio 1918 sui giornali di Vienna si leggeva: “Apprendiamo con orrore che la cospirazione durò settimane, che sui prigionieri furono trovate riproduzioni fotografiche e topografiche di tutte le nostre posizioni, esatte in tutti i dettagli, che le nostre truppe vennero perfidamente frodate dei loro più efficaci mezzi di difesa, che lavori di difesa nostri furono appositamente ritardati. L’argomento può essere approfondito grazie agli scritti degli stessi protagonisti: Cesare Pettorelli Lalatta Finzi è autore di due libri di memorie: “Il sogno di Carzano“, Trieste 1927, che fu posto sotto sequestro dal regime fascista, tanto che le copie già stampate vennero distrutte. Sono i primi nomi (95 italiani, il resto austroungarici) dei soldati caduti nel corso e a causa della battaglia del «Sogno di Carzano… Quella che sarebbe passata alla storia come «Il sogno di carzano», ovvero la grande occasione perduta a Carzano. G. de Mozzi. L’epilogo è drammatico: fra morti, feriti e prigionieri, l’esercito italiano perde oltre 900 uomini (di cui 13 ufficiali) in gran parte bersaglieri, quello austriaco un terzo. Erano stati equipaggiati con qualsiasi cosa, ivi compresa la coperta per la notte e i viveri per due giorni, alla faccia dell'agilità con la quale avrebbero dovuto muoversi, agire e combattere. Il perseguimento della fratellanza tra i popoli, e la conseguente ricerca della pace, sono ormai da molti anni la caratteristica fondamentale della commemorazione dei Caduti del “Sogno di Carzano”, il cui giorno conclusivo coinciderà quest’anno con il 99° anniversario di quel tragico scontro, avvenuto appunto nella notte tra il 17 e il 18 settembre 1917, tra combattenti austroungarici e italiani che, fra l’altro, comportò l’annientamento del 72° Battaglione Bersaglieri. Martino d’Austria-Este, Arrivo Fanfara Bersaglieri di Ceggia (Venezia) e Banda Folkloristica di Telve, ORE 9.30 Alzabandiera – Onori iniziali – Rassegna schieramento, ORE 10.00 Chiesa Parrocchiale Madonna della Neve, Messa in ricordo dei Caduti presieduta da mons. Tenevano d'occhio anche la Val Calamento e Passo Manghen.Gli ufficiali del SIM che analizzarono il messaggio erano il Tenente Colonnello Marchetti e il Maggiore Pettorelli Lalatta Finzi. La prima parte dell'azione ebbe comunque pieno successo. «Apprendiamo però con orrore che la cospirazione era durata settimane, che sui prigionieri vennero ritrovate riproduzioni fotografiche e topografiche di tutte le nostre posizioni e che esse erano esatte in tutti i dettagli, che le nostre truppe vennero perfidamente frodate dei loro più efficaci mezzi di difesa, che lavori di difesa nostri furono appositamente ritardati, frustrati. Mentre i due comandi stavano pragmaticamente seguendo le logiche strategiche di Napoleone e Moltke, accadde uno dei fatti più clamorosi di tutto il conflitto. In realtà, disorganizzazione e mancanza di fiducia e comunicazione trasformarono quest’occasione d’oro in un vero incubo per l’esercito italiano. Le truppe destinate alla prima fase erano 21 battaglioni e oltre cento pezzi di artiglieria suddivisi in 12 colonne, al comando del generale Attilio Zincone. Si ringrazia: Croxarie Progetto Memoria Valsugana Orientale, Croxarie Progetto Memoria Valsugana Orientale. Le prime targhette sono un primo passo realizzato grazie alla dedizione e la pazienza di Pierluigi Briganti che, per la parte italiana, è riuscito a reperire i nomi di 9 ufficiali, cinque sottufficiali e 81 fra graduati e militari di truppa caduti. I contatti si susseguirono e così fu spiegato agli Italiani il motivo della clamorosa defezione della compagnia di Pivko. Infine, ciliegina sulla torta, i reparti giunsero solo la vigilia dell'attacco, sicché non ebbero neppure l'opportunità di conoscere le direttive dell'operazione. Perché Pivko aveva addormentato i propri uomini aggiungendo al rancio serale dell’oppio. L’altro testo è “ITO, Informazioni Truppe Operanti – note di un capo del servizio informazioni (1915-1918)“, Milano 1934. Avrebbero occupato le retrovie austriache, per puntare poi arditamente con una colonna su Trento e con l'altra per Val Calamento e Val Candino, sulla Sella San Lugano, su Ora, Bressanone, Brennero… E magari Vienna, perché no?Cadorna concordò per lui un nuovo incontro allargato per il 7 settembre con il generale Etna, comandante del XVIII Corpo d'Armata. – Sono pronto aiutarvi. Il comandante d'Armata, di stanza ad Arsiè, era il generale Donato Etna. Le corpose memorie di Pivko sono invece pubblicate in lingua italiana con il titolo “Abbiamo vinto l’Austria-Ungheria, la Grande guerra dei legionari slavi sul fronte italiano” (pagg. Marco Odorizzi, direttore della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e don Severino Vareschi sull’impegno politico e cristiano dell’ultimo imperatore d’Austria, del grande statista trentino e di papa Benedetto XV, ORE 19.00 Concerto della Banda Folkloristica di Telve diretta dal Maestro Bernardino Zanetti in onore dell’Arciduca S.A.I.R. Comunque sia, ebbe l'opportunità di esporgli il suo parere favorevole in ordine alla consistenza del progetto del maggiore Pettorelli, il quale però fu finalmente ricevuto da Cadorna solo il 4 settembre. «Nota bene che l'allarme è stato dato cinque ore dopo l'inizio. al fornitore del servizio DISQUS. 16-17-18 settembre 2016 Il “Sogno di Carzano” 1916 – 2016 Nella fede un servizio alla pace Invito. E gli occhi si richiusero per sempre. Arnaldo Morandi, delegato nazionale Gebetsliga Beato Carlo, Momento di Amicizia e Fratellanza con i parenti dei Caduti e dei Superstiti protagonisti del “Sogno” di Carzano Saluto e interventi autorità. Due giorni dopo, il critico militare Fabius scriveva su un giornale di Vienna: “La paralisi della nostra difesa nel settore di Carzano offrì agli italiani una rara chance di grande successo. L'irripetibile occasione si presentò il 17 settembre 1917: Tutto era dalla nostra parte, nulla andò in porto. 17/09/2017. Esso fornisce una breve definizione di ogni concetto e le sue relazioni. Che cosa vuoi concludere con gente simile? – Si invitano i Presidenti Provinciali o Sezionali delle Associazione Combattentistiche e d’Arma di estendere l’invito anche agli associati e di prevederne la partecipazione, ORE 20.30 Palestra Polifunzionale  1917, il “Sogno di Carzano” un’occasione perduta nel Trentino della Grande Guerra Presentazione e proiezione del filmato storico-culturale sull’episodio bellico del 18 settembre 1917 Ideato e prodotto da M.N. E così Marchetti riuscì a parlare con il comandante supremo solo in agosto. No. Nel bollettino austriaco del 19 settembre 1917 si legge: “Presso il Gruppo d’esercito del Feldmarschall Conrad von Hötzerdorf un contrattacco sferrato per la riconquista di un tratto di fronte momentaneamente ceduto al nemico presso Carzano, ebbe successo completo. Profittando della sorpresa e dell’oscurità della notte, avrebbero potuto colpirci. Domenica 17 settembre, in occasione della commemorazione del Centenario, lo scoprimento e la benedizione della bacheca.

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