giovanni falcone e paolo borsellino

In un'intervista all'Unità disse: «Hanno tolto a Falcone la titolarità delle grandi inchieste antimafia. Era il primo passo verso la strage di Capaci del 23 maggio, nella quale persero la vita, oltre a Falcone, anche la moglie Francesca Morvillo – che aveva sposato nel 1986, dopo il divorzio da Rita – e tre uomini della scorta. I primi passi della sua carriera Falcone li mosse a Lentini (Siracusa) come pretore, per poi trasferirsi nel 1966 a Trapani, dove rimase per 12 anni. Quel giorno l'anzianità vinse sulla competenza: Meli, infatti, aveva scarsa esperienza in fatto di processi di mafia. sereno. Nel 1967 ebbe il primo incarico direttivo – pretore a Mazara del Vallo (Trapani) – e nel dicembre 1968 sposò Agnese Piraino Leto, dalla quale avrà 3 figli. E da quel giorno, disse lo stesso Caponnetto, «Falcone ha iniziato a morire». Durante l'università - Lo scontro con Meli raggiunse livelli altissimi in seguito all'inchiesta sulle confessioni del pentito Antonino Calderone: Meli voleva dividere il processo tra 12 procure diverse (secondo la competenza territoriale) mentre Falcone insisteva che dovesse occuparsene il pool (per non disperdere le indagini, dal momento che unica era l'origine mafiosa). «Senza Paolo», ricorda Ignazio De Francisci, uno dei nuovi membri del pool, «si accentuò la distanza tra noi e Falcone. Il processo Spatola mise tra l'altro in luce le qualità di Falcone, che accompagnò l'istruttoria con indagini bancarie e societarie: un metodo di indagine innovativo che si rivelò efficacissimo. Emanuela Loi, 24 anni, di Sestu (Cagliari). Fu uno dei momenti di maggiore amarezza per i due magistrati. Paolo, esile con il naso leggermente pronunciato, i capelli scuri e due occhi svegli, era cresciuto tra i recipienti di ceramica e gli antichi arredi della farmacia che papà Diego aveva ereditato dal padre. Non era ancora costretto a vivere sotto scorta, quindi trovò il tempo per dedicarsi ad alcune attività sociali e si impegnò a favore del referendum sul divorzio. Walter Eddie Cosina, 31 anni, Norwood (Australia). Due minuti prima delle 17, l'esplosione dell'autobomba che uccise lui e 5 uomini della scorta si sentì in tutta Palermo. Ecco chi erano: Francesca Morvillo, 46 anni, nata a Palermo, era la seconda moglie di Giovanni Falcone e morì al suo fianco. Con Paolo Borsellino morirono cinque agenti della sua scorta. mentre Paolo Borsellino sta andandola a trovare. Il 19 Con lui abbiamo iniziato a guardarvi dentro. fine di un'esperienza che stava dando qualche risultato. Scopri il mondo Focus. professionisti Da Palermo a Roma. Nel 1983 altri due funzionari di Polizia Giuseppe Montana e Ninni Borsellino aveva l'esperienza professionale per parlare con lui da pari, e nello stesso tempo era più umano, più vicino a noi.». Fu così che i due vecchi amici tornarono in contatto e cominciarono a scambiarsi informazioni sulle inchieste. Il 23 maggio 1992, la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone, che stava per diventare Procuratore Nazionale Antimafia. La scena che si presenta ai soccorritori è devastante. Scossa dagli eventi, Lucia, la figlia quindicenne di Borsellino, fu colpita da una grave forma di anoressia che la portò a pesare soltanto 30 chili. la creazione di una Direzione Nazionale Antimafia per coordinare vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell'aldilà. Bionda, fisico minuto, è stata la prima donna a entrare a far parte di una scorta assegnata a obiettivi a rischio e la prima a morire. In quegli anni, infatti, con un altro anziano magistrato loro capo, Antonino Caponnetto, fondarono un “pool” contro la mafia grazie al quale riuscirono a catturare centinaia di mafiosi condannati nell’ormai famoso maxi processo concluso il 30 gennaio 1992. abbandonarono la lotta: Falcone dopo il «È tutto finito», fu il commento di Antonino Caponnetto. Correre una maratona fa ringiovanire? coinvolte nel traffico di eroina. Al primo piaceva tanto il ping-pong ma con il pallone ci sapeva pure fare. Entrambi nascono a Palermo a pochi mesi l’uno dall’altro: Giovanni il 20 Maggio del 1939, Paolo … luglio dello stesso anno un'autobomba esplode sotto casa di sua madre ancora con Rudolph Giuliani, procuratore distrettuale di New Era cominciata una guerra di mafia, che tra gli ultimi mesi del 1981 e i primi del 1982 causò nel capoluogo siciliano un morto ogni tre giorni. E soprattutto hanno dimostrato che lavorare insieme può essere un’arma vincente. Sull'altare, piangendo, urlò ai mafiosi: «Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...». Una storia, la loro, curiosa perché fin da piccoli si conoscevano, giocavano insieme nel quartiere la Kalsa, a Palermo. dice chiaro: “Devo fare in fretta, perché adesso tocca a me”. Siciliano di Caltanissetta, Caponnetto lasciò la famiglia a Firenze per sottoporsi a una vita da recluso tra la caserma della Guardia di finanza e il suo ufficio. Falcone e Borsellino sorridenti durante un dibattito a Palermo nel 1992. periodo, un gran numero di mafiosi finisce in galera. Dopo la strage di Capaci aveva chiesto di andare come volontario a Palermo nell'Ufficio scorte. Le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono intrecciate fin dall'inizio. Borsellino provò a reagire, nonostante lavorasse a Marsala. In casa Borsellino, invece, l'ambiente era più vivace: c'erano spesso amici in visita e si discuteva di libri e di filosofia. Nello stesso anno il capitano Basile viene Rocco Di Cillo, 30 anni, di Triggiano (Bari). Le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono intrecciate fin dall'inizio. E gli disse: «Cercheranno di distruggerla». Ed entrambi crebbero nella Kalsa, l'antico quartiere di origine araba di Palermo, zona di professori, commercianti ed esponenti della media borghesia. 19 luglio, 57 giorni dopo. È molto bello Se chiedete a mamma e papà si ricorderanno sicuramente dov’erano e cosa stavano facendo quel 23 maggio e quel 19 luglio 1992. Da molti anni garantiva la sicurezza dei magistrati, si era appena risposato e aveva 2 figli. Caponnetto si rese conto della necessità di costituire un pool di magistrati per frazionare i rischi dei singoli e avere una visione unitaria del fenomeno mafioso. La strage di via D’Amelio fu provocata da 100 kg di tritolo che, nascosti in un'auto, devastarono quell’angolo di Palermo. intervista a Borsellino, I A partire da Tommaso Buscetta, "don Masino", che nella guerra scatenata da Totò Riina aveva perso due figli, un fratello, un genero, un cognato e quattro nipoti. Una vittoria pagata cara. Voleva parlare solo con Falcone. Per rispondere alla violenza mafiosa, il governo inviò in Sicilia come prefetto antimafia il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, protagonista della lotta al terrorismo delle Brigate rosse. Ma i due magistrati non Dove vanno i gatti quando spariscono da casa? Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano coetanei: il primo è nato a Palermo nel 1939, il secondo nel 1940.. Durante l'università - alla fine degli anni Cinquanta - Paolo Borsellino si iscrive al FUAN, un'organizzazione politica di estrema destra. Ma lo stesso Caponnetto, negli ultimi anni della sua vita, girò l'Italia per raccontare nelle scuole la storia dei due eroi, affermando anche che «Le battaglie in cui si crede non sono mai battaglie perse». Alla fine non ce l’hanno fatta, sono stati uccisi ma nessuno ha più dimenticato la missione speciale di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Si scoprì, infatti, che dietro gli omicidi c'erano i "viddani" (villani, cioè contadini) di Corleone, circa settanta persone provenienti dal paese vicino a Palermo. Perché i crackers hanno i buchi? © 2016 Mondadori Scienza Spa | P.IVA 09440000157 | Capitale Sociale : € 2.600.000 i.v. La famiglia Borsellino, in polemica con le autorità, non accetta i funerali di Stato. E l'anno successivo conobbe una donna di nome Rita: fu un colpo di fulmine, al quale seguì il matrimonio. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Vi andò dopo la maturità classica, ma poi cambiò idea e si iscrisse a giurisprudenza. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - Focus.it, Giuseppe Ayala: vi racconto Giovanni Falcone, La satira feroce e scorretta dei francesi, Nell'inchiostro degli egizi c'era del piombo, Notizie, foto, video di Scienza, Animali, Ambiente e Tecnologia - Focus.it. L'immagine di Rosaria ai funerali è rimasta nella memoria di molti. Il pool iniziò a lavorare a gran ritmo, mentre sulla scena stava arrivando la stagione dei pentiti. FUAN, un'organizzazione politica di estrema destra. Il primo a essere scelto fu proprio Falcone, che già all'epoca era un protagonista della lotta a Cosa nostra. Nel quartiere arabo. Dopo il maxi-processo: il sorriso di Borsellino (al centro) tra Falcone e (a destra) Antonino Caponnetto. Entrambi nacquero a Palermo: Giovanni il 20 maggio 1939, Paolo 8 mesi dopo, il 19 gennaio. Nonostante le difficoltà, a 22 anni si laureò con 110 e lode. Era entrato nel gruppo dopo la strage di Capaci per sostituire i colleghi caduti. Quella domenica non doveva essere lì. Falcone era sempre più isolato. York, e riesce a colpire le famiglie mafiose dei Gambino e degli Inzerillo, E qualche tempo dopo si aggiunse Leonardo Guarnotta, uno dei procuratori con più anni di esperienza. Quel giorno sua madre sentì alla televisione che Borsellino era morto con la scorta e disse: «Poveri ragazzi e povere mamme». Nello stesso libro, Falcone mette in evidenza l'importanza storica delle confessioni di Buscetta: «Prima di lui non avevamo che un'idea superficiale del fenomeno mafioso. Nella capitale, però, Falcone non allentò il suo impegno contro la mafia. tutti gli uomini della scorta. La beffa. 23 maggio 1992: allo svincolo di Capaci, sull’autostrada da Punta Raisi a Palermo, 500 kg di tritolo uccidono Giovanni Falcone, la moglie e 3 agenti della sua scorta. Muore Giovanni Falcone, magistrato simbolo della lotta antimafia. So benissimo che fare l'agente di polizia in questa città è più difficile che nelle altre, ma a me piace». Borsellino invece optò subito per gli studi di Legge, ma mentre frequentava l'università gli morì il padre, e le condizioni economiche della sua famiglia peggiorarono. È il 23 maggio 1992. Per disinnescare la possibile influenza di quest'ultimo sull'esito finale del maxi-processo, inoltre, Falcone ideò la rotazione dei giudici della Corte suprema. dell'antimafia. Sconfitto nel maxi-processo che gli costò l'ergastolo, Totò Riina volle vendicarsi, tanto per cominciare, di chi non gli aveva garantito l'impunità: il 12 marzo 1992, a Mondello, la spiaggia dei palermitani, fu assassinato Salvo Lima, capo della corrente andreottiana in Sicilia. Lo hanno fatto da soli, con le armi della loro intelligenza, senza superpoteri. A proprie spese. Le indagini di polizia giudiziaria sono bloccate da anni. E  Agente scelto, era stato inviato in Sicilia e temporaneamente assegnato al servizio scorte di Falcone. Il motivo? Nel 1992 furono entrambi uccisi. Ma così non fu. Ascesa e declino di Sparta, la polis greca che dominò il Peloponneso con la sua incredibile forza militare e un'organizzazione sociale che forgiava soldati e cittadini pronti a tutto. Simboli della lotta alla mafia, i due si conoscono da bambini. Falcone, scortato come sempre, arriva a Marsiglia nel 1986 per incontrare i colleghi che stavano indagando sulla cosiddetta Pizza Connection. scelta: il suo comportamento è sempre stato così onesto e pulito che Perché Beethoven cambiò per sempre il mondo della musica; gli esordi dell'Aids, l'epidemia che segnò un'epoca. Siamo entrati nel centro meteo più grande di Europa per scoprire come la meteorologia vuole darci previsioni più accurate e a lungo termine e come può anticipare gli eventi estremi sempre più frequenti. I corleonesi sono stati disarticolati, ma la lotta alla mafia è ancora lunga. Dopo questo interrogatorio lei diventerà una celebrità. Le immagini di quei due corpi riversi uno sull'altro dentro un'A112 bianca, crivellati di colpi, sono rimasti per sempre nella mente di molti. Non sapeva che fra loro c'era anche suo figlio. Pochi giorni prima aveva dichiarato: Non sono né un eroe né I "viddani" di Corleone. Era la fine del pool: Falcone chiese di essere destinato ad altro ufficio e fu nominato procuratore aggiunto presso la Procura della repubblica. Il maxi-processo, basato anche sulle sue confessioni, fu il più grande attacco a Cosa Nostra in Italia. istruzione processi penali sotto la guida di Rocco Chinnici. Iniziò a collaborare, ma voleva parlare solo con il numero uno del pool palermitano: Giovanni Falcone. © Copyright 2020 Mondadori Scienza Spa - riproduzione riservata - P.IVA 08386600152. Buscetta dichiarò di fidarsi solo di lui e del vicequestore Gianni De Gennaro. I membri della scorta di Paolo Borsellino, morti nella strage di Via D'Amelio. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni Ottanta quando ancora non si conosceva nulla della mafia hanno scoperto i segreti di questa organizzazione. Pochi mesi prima era morto il padre, Diego. I suoi genitori possedevano una farmacia in via della Vetreria, e anche per questo il padre era un'autorità nel quartiere. Paolo e Giovanni erano riusciti a vincere la loro battaglia: avevano fatto arrestare centinaia di questi “cattivi”. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni Ottanta quando ancora non si conosceva nulla della mafia hanno scoperto i segreti di questa organizzazione. Di nuovo insieme. Il maxi-processo, con ben 475 imputati, fu il più grande attacco alla mafia mai condotto in Italia. Alla fine le vittime furono circa 1.200, una cifra da guerra civile, che andarono ad assottigliare le file delle cosche nemiche del "capo dei capi", Totò Riina. uccisi dalla mafia Continua a lavorare Quando arrivò a Palermo disse: «Se ho scelto di fare la poliziotta non posso tirarmi indietro. A giudizio. pensare che nessuno avrà mai il coraggio di rinfacciargli questa Momento magico. Falcone, intanto, si era trasferito anche lui a Palermo, dove lavorò al processo al costruttore edile Rosario Spatola, accusato di associazione mafiosa. Ma soprattutto ci ha dato una visione globale, ampia, a largo raggio del fenomeno». Così, un po' alla volta, il magistrato si emancipò definitivamente dalla famiglia (tanto che la sorella Anna raccontò di averlo ritrovato "comunista") e cominciò a entrare in contatto con la realtà della mafia. Se Il Mondo di Patty torna: tutti gli episodi della prima stagione. aria, Paolo Borsellino capisce che non gli resterà troppo tempo. Satelliti di ultima generazione, megacomputer, sensori, previsioni del tempo più “lunghe”. Frequentò il liceo classico e si iscrisse al fronte universitario d’Azione Nazionale e si laureo nel 1962. Falcone, grazie all’interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra è riuscito a decifrare il loro “linguaggio”, il loro modo d’agire. Abitavano a poche decine di metri di distanza l'uno dall'altro e furono amici fin da bambini: si ritrovavano a giocare in piazza della Magione. All'inizio sognava di tornare a casa, poi decise di rimanere e aprì un piccolo negozio di detersivi per la moglie. Era sposato e aveva un bimbo in tenera età. Un lavoro fatto soprattutto grazie al rapporto con i pentiti, uomini che scelgono di abbandonare la mafia per collaborare con la Giustizia. Anzi da quel momento preparò la sua vendetta: uccidere Falcone e Borsellino. Il neo-presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è trascinato a stento fuori dalla Cattedrale di Palermo, con il capo della polizia Vincenzo Parisi che gli fa da scudo. 1988 collabora Nel frattempo Paolo Borsellino era tornato a Palermo come procuratore aggiunto e con un ruolo direttivo nelle indagini di mafia. Studenti modello. Quei due ragazzi avevano scelto di stare dalla parte giusta e dopo il liceo si ritrovarono entrambi a studiare per diventare magistrati e poi ancora insieme a lavorare per sconfiggere la mafia, quella terribile organizzazione simile ad una piovra capace di arrivare ovunque con i suoi tentacoli.Amici per la pelle, sempre. Cinquantasette giorni dopo, il 19 giugno, Cosa nostra colpisce anche Paolo Borsellino, il magistrato che, con Falcone, aveva fatto parte del pool antimafia e costruito l'impianto del maxiprocesso di Palermo aperto nel 1986. Era uno che amava stare sui libri ma anche dare una mano a chi non ce la faceva: alla scuola elementare la casa di Paolo, il pomeriggio, si riempiva di ragazzini che aiutava a fare i compiti. Alla fine di quel periodo, durato 33 giorni effettivi, lo Stato ebbe l'ardire di presentare ai magistrati il conto del soggiorno: «Prima di andarcene ci fecero pagare 415.800 lire a testa per il pernottamento, 12.600 lire al giorno», rivelò Borsellino nel libro di Rossi. Ma chi erano i due magistrati-simbolo che hanno sacrificato la vita al servizio dello Stato? «Mi hanno ammazzato un fratello», disse Borsellino in quell'occasione, e si mise a indagare sull'omicidio. Temo la fine perché la Per l'austero padre, viaggi e villeggiatura non esistevano. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno avuto un’esistenza legata dall’inizio alla fine, tenuta insieme dallo stesso destino. Non solo. nel 1983 anche Rocco Chinnici viene assassinato dai mafiosi. Era il momento magico del pool. Entrambi nacquero a Palermo: Giovanni il 20 maggio 1939, Paolo 8 mesi dopo, il 19 gennaio. Borsellino. Dietro le quinte, intanto, circolava un "papello", un documento nel quale Totò Riina avanzava 12 richieste allo Stato. Nel corso di un viaggio in Brasile aveva conosciuto una ragazza e l'aveva portata in Italia. Cassarà - stretti collaboratori di Falcone e Borsellino - sono Il loro figlio, al momento dell'attentato, aveva pochi mesi. «Mio padre stava molto in casa», raccontava Falcone nel libro di Francesco La Licata Storia di Giovanni Falcone (Feltrinelli): «per lui era un punto d'orgoglio non aver mai bevuto al bar una tazzina di caffè.» E anche la madre era una «donna energica e autoritaria. di Palermo cercano di combattere la mafia così come negli anni E, con questo, Caponnetto ritenne chiusa la sua esperienza palermitana. Puoi acquistare la biografia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in. Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma, A undici anni dalla loro morte, un ricordo dei giudici Falcone e In greco aveva 10, si alzava alle 5 del mattino per studiare e la sua memoria prodigiosa faceva il resto. gruppo di sei mafiosi. Trafficante di droga, riparò in Brasile dove fu arrestato e poi estradato in Italia. Paolo Borsellino nacque nel 1940 a Palermo ed è stato anche lui un magistrato vittima della mafia. Quando Falcone lavorava a Roma seguiva altre personalità, ma non mancava mai all'appuntamento quando il magistrato tornava in Sicilia nel weekend. Il pool antimafia. Nel 1963 entra in Magistratura: lavora in diversi tribunali e nel 1975 Il magistrato muore con Leggi il nostro approfondimento. E Totò Riina non perdonò. Anche Falcone si laureò a pieni voti. Vito Schifani, 27 anni, di Ostuni (Brindisi). Per Falcone fu un periodo molto duro e maturò allora la scelta di accettare la proposta del nuovo ministro della Giustizia, Claudio Martelli, lasciando Palermo per la direzione degli Affari penali a Roma. contatto anche con il suo amico Giovanni Falcone che nel 1979 era Due fantagenitori: guarda tutti gli episodi in streaming! Poche settimane prima aveva salvato un bimbo che stava per annegare dinanzi alla spiaggia di Mondello. alla fine degli anni Cinquanta - Paolo Borsellino  si iscrive al Stesso liceo, stessa laurea. E perché sono stati uccisi in modo così efferato? senza tregua nel pool anti-mafia guidato da Rocco Chinnici, a stretto Spesso si ritrovavano a giocare con compagni che un giorno sarebbero finiti tra i “cattivi”, i mafiosi. Vuoi saperne di più sulla mafia? istruzione processi penali. Era un veterano dell'Ufficio scorte. Totò Riina è morto il 17 novembre 2017 nel reparto detenzione dell'Ospedale Maggiore di Parma, mentre Bernardo Provenzano è morto mentre scontava l'ergastolo in regime di 41 bis (il carcere duro). Allo svincolo di Capaci, sull'autostrada da Punta Raisi a Palermo, 500 kg di tritolo uccisero Giovanni Falcone, la moglie e 3 agenti della sua scorta. è trasferito al tribunale di Palermo, dove entra all'Ufficio Giovanni aveva tredici anni e Paolo era più giovane di soli otto mesi. Giovanni era uscito dalla pancia della mamma con i pugni chiusi, senza urlare e in quel momento era entrata una colomba dalla finestra aperta. Un muro da scavalcare. Il lavoro di Cassarà e il nostro erano già il massimo di quanto lo Stato volesse fare.». Ed entrambi crebbero nella Kalsa, l'antico quartiere di origine araba di Palermo, zona di professori, commercianti ed … assassinato. Era a disposizione e fu aggregata alla scorta all'ultimo minuto. Nella vita del piccolo Giovanni c'erano la scuola, l'Azione cattolica e pochi divertimenti. Il 19 luglio faceva molto caldo a Palermo. Biografia. 1984: Tommaso Buscetta, pentito di mafia, torna dal Brasile dopo l’estradizione nel nostro Paese. Da grandi, nel 1983, si ritrovarono insieme nel pool antimafia. Meli cominciò subito ad assegnare a magistrati esterni al pool le inchieste di mafia, e sul tavolo di Falcone e dei suoi colleghi piovvero invece indagini per borseggi, scippi, assegni a vuoto. Ho l'impressione di grandi manovre per smantellare il pool antimafia». Anche loro come noi avevano paura dei “cattivi”, di quelli che non rispettano alcuna regola pur di farsi gli affari propri ma non si sono mai arresi. E Riina era il loro capo. tutta la lotta alla mafia che si svolge in Italia. Non dimentichi che il conto che ha aperto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. Risultato: il 29 settembre 1984 vennero spiccati 366 mandati di arresto. Falcone si candidò allora al Csm, ma non fu eletto. Matdid, Poi arrivò Giuseppe Di Lello Finuoli, che vantava una certa esperienza di processi di mafia ed era stato il pupillo di Rocco Chinnici. entrato anche lui all'Ufficio Ma cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Su consiglio di Falcone, fu scelto anche Borsellino. La "guerra" finì nel 1983, ma già l'anno prima la violenza dei corleonesi si era rivolta contro lo Stato: la mattina del 30 aprile 1982 Pio La Torre, segretario regionale del Partito comunista e membro della Commissione antimafia, fu ucciso a Palermo mentre si recava in auto alla sede del partito. Una storia, la loro, curiosa perché fin da piccoli si conoscevano, giocavano insieme nel quartiere la, Animali domestici: cani, gatti e altri pet, App per imparare la matematica e le tabelline, La strage di Capaci: ricordiamo Giovanni Falcone per sconfiggere la mafia, La strage di via D'Amelio: ricordiamo Paolo Borsellino e la sua vita di lotta alla mafia. «Tra il settembre 1984 e il maggio 1985 avevamo il massimo della tensione e dell'appoggio», ricordò Borsellino nel libro I disarmati, di Luca Rossi: «Si sentiva una particolare atmosfera di consenso anche tra i colleghi del Palazzo di Giustizia. A Palermo avevano l’ufficio uno accanto all’altro: Giovanni amava collezionare papere di legno che Paolo gli faceva sparire per poi chiedere, per gioco, un riscatto. La vendetta. sia da destra che da sinistra si doveva necessariamente rispettarlo. Agente scelto, neo-padre. alla sua prima indagine sulla mafia e nel 1980 fa arrestare un primo Il magistrato decise di andare a trovare la madre in via D'Amelio. Lavora con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile Con un decreto da lui ideato, infatti, tornarono in carcere gli imputati di Cosa Nostra scarcerati da una sentenza di Corrado Carnevale, il presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, soprannominato "ammazzasentenze". Falcone e Borsellino: tesina PAOLO BORSELLINO: RIASSUNTO BREVE. Per il primo le scuole secondarie furono particolarmente importanti: grazie al suo professore di storia e filosofia, Franco Salvo, imparò a sfuggire ai dogmi e a coltivare il dubbio, fino ad abbandonare il rito della messa domenicale con la madre. «Uccisero Cassarà», affermò Borsellino ne I disarmati, «e venne fuori che la Mobile non esisteva, che non era una struttura ma un impegno di pochi. Hanno sfidato il mostro più cattivo d’Italia: la mafia. Sembra la Sono le 17:58: un boato terribile, un intero lembo di autostrada che si solleva, una nube nera altissima, il muro di asfalto e cemento - l'esplosione è tale che viene registrata dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica. Seguono giorni convulsi. La fototessera di Giovanni Falcone all’Accademia navale di Livorno, nel 1957. I due si erano conosciuti durante una partita a calcio all’oratorio. Nel frattempo però, nell'ombra, Totò Riina stava preparando un'estate di sangue. E sul luogo della strage comparve un cartello: "Qui muore la speranza dei palermitani onesti". Paolo Borsellino. Si andava dalla revisione della sentenza del maxi-processo all'annullamento del 41 bis (l'articolo di legge sul carcere duro per i mafiosi), fino alla riforma della legge sui pentiti. Claudio Traina, 27 anni, di Palermo. La fine del pool. Ebbe inizio il 10 febbraio 1986, ma a maggio Paolo Borsellino fu nominato procuratore della repubblica a Marsala (Trapani). La loro vita finì ancora una volta insieme, tra la primavera e l’estate di ventisette anni fa. Sorella di Alfredo Morvillo, sostituto procuratore che fece parte del pool antimafia, aveva conosciuto Falcone a Palazzo di Giustizia e lo aveva sposato nel 1986. In un caldo sabato di maggio, alle 17:56, un’esplosione squarcia l’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di tritolo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmente volare le auto blindate. Negli anni nuovi colpi di scena hanno aperto squarci di luce su queste vicende su cui però non c'è ancora completa chiarezza. Il 13 luglio, sconsolato, dichiarò: «So che è arrivato il tritolo per me». Chi non giocava erano i “cattivi” e gli “amici” di questi mafiosi, uomini con la maschera dell’onestà dietro la quale si celano spesso traditori dello Stato.

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