enrico ii di sassonia

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici. La sua memoria liturgica si celebra il 13 luglio. Molto religioso e convinto assertore delle responsabilità dell'Imperatore nei confronti della fede e della prosperità dei suoi sudditi, esercitò sulla Chiesa e sui monasteri tedeschi un forte controllo, inteso in primo luogo a promuovere una riforma morale dei costumi nello spirito dell'ordine cluniacense, e a livello politico per renderli un contrappeso valido e sostanziale rispetto al potere e all'ingerenza dell'aristocrazia laica, così come era già stato fatto da Ottone I. Nel 1013 prende sotto la propria protezione l'abbazia benedettina di Sansepolcro, nell'Alta Valle del Tevere, di cui, in alcuni privilegi degli anni successivi, si dirà fondatore[27]. Francesco Enrico era il nono e più giovane figlio maschio del duca Francesco II di Sassonia-Lauenburg (1547 - 1619) e della sua seconda moglie Maria (1566 - 1626), figlia del duca Giulio di Brunswick-Lüneburg, principe di Wolfenbüttel. Questo sito contribuisce alla audience di. Venne quindi elevato a re d'Italia a Pavia[32]. Enrico II venne canonizzato nel 1146 da papa Eugenio III quale Imperatore devoto, non a caso in un periodo di grande incertezza del potere imperiale e papale, con la città di Roma elevata a Libero Comune e le predicazioni pauperiste di Arnaldo da Brescia che scuotevano gli animi. Questo matrimonio gli assicurò una vasta rete di contatti nei territori occidentali della Germania. Santa, detta la Pulzella d'Orléans (D... Santo e dottore della Chiesa (Tagaste 354-Ippona 430). Strasburgo venne presa, e gli svevi, senza nessun ordine del duca, saccheggiarono e incendiarono la chiesa della città . Arduino quindi rialzò la testa conquistando Vercelli ma venne sconfitto[40]. Nel 1003 il neo-re dovette affrontare la rivolta di Enrico di Schweinfurt, offeso dal fatto che non aveva ricevuto dal suo sovrano il ducato di Baviera; egli fu appoggiato da Boleslao I di Polonia e Boleslao III "il Rosso" di Boemia ed ebbe l'appoggio dello stesso fratello del sovrano, Bruno, vescovo di Augusta; questa rivolta fu tuttavia schiacciata in breve tempo. Biografia. Arduino attendeva a Verona con le truppe a difendere le chiuse, non lontane dal fiume Brenta. TIROLO (ted. Enrico II cambiò nettamente l'orientamento politico dell'impero verso gli slavi, passando quindi oltre il congresso di Gniezno. Da bambino fu educato, assieme al fratello Bruno, nella fede cristiana da san Volfango, vescovo di Ratisbona, e poi studiò nella cattedrale di Hildesheim. Nel 999 Enrico sposò Cunegonda di Lussemburgo, figlia di Sigfrido, conte di Lussemburgo. Essi mantennero il controllo di Roma fino al 1045, tant'è che si può parlare di "papato dei Tuscolani"[36]. XII duca di Baviera e di Sassonia, detto il Leone (ted. Il re quindi andò a Ponte Lungo nelle vicinanze di Pavia dove ricevette l'esercito longobardo, visitò Milano e tornò a Ponte Lungo dove tentò di placare il popolo che non voleva che il loro neo re tornasse in Germania. Enrico II Del Carretto (1165-1231) – marchese di Finale. Dopo la fallimentare rivolta, Ottone II imprigionò l'anziano Enrico ad Ingelheim. È stato dichiarato santo. Nel 23 gennaio 1002 morì il cugino di secondo grado Ottone III. Ermanno, per non perdere il ducato in caso di sconfitta, evitò di scontrarsi con il re direttamente, attaccando invece i suoi alleati nel suo ducato . imperatore, detto lo Zoppo o il Santo (Abbach o Hildesheim 973-Grona, presso Gottinga, 1024). I due erano in conflitto per le reciproche rivendicazioni sul ducato di Svevia: Enrico rivendicò il ducato come suo diritto di nascita mentre Ottone II rivendicò il diritto imperiale di nominare un duca di sua scelta. Il giovane Enrico, che in quel momento aveva tredici anni, fu nominato reggente sulla Baviera. A Duisburg attese i vescovi di Lotaringia di Liegi e Cambrai, a cui di aggiunse l'arcivescovo Eriberto, che arrivò in ritardo, essendo questo stato rapito dal neo re poco tempo prima, e qui lo accettarono come re, scortandolo quindi fino ad Aquisgrana dove venne elevato anche dagli altri grandi di Lotaringia l'8 settembre, giorno della natività di Maria[13][15]. Montecuccoli degli [...] Della serie per la, Enrico II duca d'Austria, detto Jasomirgott, Enrico XII duca di Baviera e di Sassonia, detto il Leone, Biografie Enrico allora festeggiò la Pasqua nei pressi del fiume e lo guadò due giorni dopo. L'arcivescovo in ogni caso rifiutò di rendere omaggio a Enrico fino a che la sua posizione non fosse stata legittimata da un'assemblea dei grandi, a cui Eriberto si sarebbe adeguato alla sua decisione, fosse stata favorevole a Enrico o meno[3]. [18], CASTELLAR, Giuseppe Vincenzo Francesco Maria Lascaris conte di, L'archeologia delle pratiche funerarie. Quando il padre morì nel 995, il giovane Enrico fu eletto dai nobili bavaresi come nuovo duca per succedere a suo padre. Egli quindi contrattaccò, assediando Strasburgo assieme al genero Corrado, figlio di Ottone di Worms, difesa dal suo vescovo Werner . Festeggiò la Pentecoste a Grumo, venne incontro ai Tusci, che si mossero solo quando videro che Enrico era vincitore, e tornò in Germania passando per la Svevia: qua era morto, prima della spedizione in Italia, il duca ex ribelle Ermanno e gli era succeduto il figlio ancora bambino Ermanno III, il quale venne preso in custodia dal sovrano. Enrico II, duca di Sassonia (Enrico X di Baviera, detto anche il Superbo, l'Orgoglioso o il Fiero, 1108-1139) – duca di Baviera dal 1126 al 1138 e duca di Sassonia dal 1137 al 1139. Enrico II[1] il Santo (Bad Abbach o Hildesheim, 6 maggio 973 o 978 – Grona, 13 luglio 1024) è stato re d'Italia dal 1002 al 1024, imperatore del Sacro Romano Impero e ultimo esponente della dinastia degli Ottoni. der Löwe). La sera stessa dell'incoronazione però i cittadini di Pavia si ribellarono al neo re d'Italia; una folla inferocita si diresse verso il palazzo, da cui si affacciò l'arcivescovo di Colonia Eriberto per tentare di placare la folla e chiedere il motivo della loro ira, ma questa gli rispose con lanci di sassi e frecce. Ciò lo fece in qualità di duca, ma inoltre Enrico fece seppellire le viscere del cugino ad Augusta, nel monastero di Santa Afra e fece una ingente donazione in favore dell'anima del cugino; inoltre portava sulle spalle il feretro all'entrata di ogni città in cui il corpo era portato[3][Riferimenti 1]. Figlio di Enrico II di Baviera, succedette a Ottone III sul trono imperiale. Mentre le truppe saccheggiavano i morti, il re diede poi ordine di risparmiare i sopravvissuti e si ritirò nelle nel monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, all'epoca fortificato, in cui ricevette la sottomissione dei ribelli. Arduino invece, consapevole di non avere truppe sufficienti per contrastare Enrico, si rinchiuse in una sua fortezza e, nonostante ciò, chiese la restituzione di una contea e la promessa di restituirgli i figli (presi in ostaggio da Enrico anni prima) e la corona[37]. [107], Arti visive La sua ascesa la trono venne contrastata dal marchese di Meissen Eccardo, sostenuto dal suocero e duca di Sassonia Bernardo, dal vescovo di Halberstadt Arnolfo, dal vescovo di Hildesheim Bernward e altri grandi di Germania[3]. Rimase in Italia quindi 8 mesi[36]. Enrico si dedicò fondamentalmente a risolvere i problemi della Germania, poiché fin dalla sua elezione gli equilibri di potere tra i vassalli si erano di nuovo spezzati, soprattutto a seguito dell'orientamento prevalentemente italiano nella politica dei suoi predecessori. Dopo essere fuggito, Enrico si ribellò di nuovo contro Ottone II. Hagen Keller, Gli Ottoni. (Jeanne d'Arc o Darc). Nel 1022, presiedette, insieme al pontefice, dopo un sinodo a Bamberga (1020) il concilio di Pavia, a conclusione del quale vennero emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e per la difesa dell'integrità dei patrimoni ecclesiastici: questo concilio è considerato un momento importante nel processo di riforma delle Chiesa dell'XI secolo[Riferimenti 3]. Anche la pratica di governo cambiò: se gli Ottoni praticavano una governance incentrata sulla relazione tra il re e la famiglia, quindi una politica basata sull'insediamento dei punti chiave del regno dei proprio familiare di sangue o acquisito, con Enrico II, che possedeva una mentalità "ducale", la pratica di governo cambiò: egli aveva pochi familiari stretti (che comunque insediò in posizioni privilegiate; diede anche incarichi di prestigio a famiglie bavaresi appartenenti al suo ducato) e basò la propria azione conferendo titoli ducali o immettendo nella cappella regia non più i membri della vecchia aristocrazia ducale, ma dei membri delle famiglie comitali di secondo piano, minando in questo modo l'autorità ducale ivi presenti; inoltre i duchi persero lo status di uomini più importanti del regno, avendo il potere delle più potenti famiglie comitali; egli si presentò in ogni caso come poco più di un duca e rafforzò il ruolo vescovile nel regno (in ventidue anni di regno, elevò alla soglia vescovile almeno quarantadue vescovi)[19]; inoltre ebbe maggiormente la propensione a insediare come vescovi i membri della sua cappella regia[20][21]. Enrico II (imperatore) imperatore, detto lo Zoppo o il Santo (Abbach o Hildesheim 973-Grona, presso Gottinga, 1024). Enrico abbandonò l'Italia quindi a inizio giugno, con ancora Arduino non totalmente sconfitto; egli inoltre non scese a Roma, essendo questa tornata sotto il controllo di Giovanni Crescenzio, il cui padre era stato decapitato da Ottone III, e dei papi da lui nominati, e questi ultimi dovevano concedere l'autorizzazione per ripristinare la diocesi di Merseburgo (futura diocesi di Titmaro) e fondare la diocesi di Bamberga[33][34]. Nonostante le richieste di Arduino, non vi furono ostacoli per la discesa a Roma e il 14 febbraio 1014 fu incoronato imperatore assieme alla consorte a Roma per mano di Benedetto VIII, seguito la sera da un banchetto in Laterano[39]. Neolitico, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati. - Codice fiscale, Partita IVA ed iscrizione al Registro imprese di Novara n. 01689650032, REA di Novara 191951 28100 Novara - Società con Socio Unico, Società coordinata e diretta da De Agostini S.p.A., - Sede legale in via G. da Verrazano 15, 28100 Novara (Italia). Riuscì in un primo momento (1004) a portare a termine la conquista della Boemia, ma con la Pace di Bautzen del 1018 conservò solo la Lusazia e dovette accettare l'indipendenza di fatto della Polonia. Fu l'ultimo re di Germania e l'ultimo imperatore della dinastia sassone. Insieme alla moglie, Cunegonda di Lussemburgo, venne incoronato ad Aquisgrana nel 1002. La sua morte, il 13 luglio 1024, fu accompagnata in Italia da sommosse di popolo e dall'incendio del palazzo imperiale di Pavia, mentre in Germania da un'irreale assenza di conflitti intestini tra i principi, segno di una politica interna che alla lunga aveva dato i suoi frutti. L'infanzia di Enrico e l'elevazione a duca di Baviera, L'elevazione al trono e la cavalcata attraverso il regno, La ribellione di Pavia e il ritorno in Germania, «La svolta decisiva del movimento riformatore si ebbe al concilio di Pavia nel 1022. L'esercito allora assaltò le mura per prestare soccorso al loro sovrano; durante l'assalto, morì Giselberto, fratello della regina Cunegonda, vendicato da un certo cavaliere Vulfram, che riuscì a ferire al collo trapassando l'elmo un longobardo che lo aveva ucciso. Festa il 15 giugno. Enrico scese in Italia nel 1004, una volta che la situazione in Germania fu pacificata: egli partì da Merseburgo dopo la quaresima, passando in Turingia e Francia Orientale e arrivando a Ratisbona; qua investì il 24 marzo come duca di Baviera il genero Enrico I di Lussemburgo. - L. fu detto da Vinci dal piccolo borgo in Val d'Arno inferiore, dove nacque in un giorno non determinato del 1452; morì il 2 maggio 1519 nel [...] del pari informato degli scritti, LUDOLF, Hiob. La sua tomba, in cui giace assieme alla moglie Cunegonda, capolavoro marmoreo di Tilman Riemenschneider, è custodita nel duomo di Bamberga. Tramite suo padre, era nipote di Enrico I, duca di Baviera, e pronipote del re Enrico I di Germania. Eccardo poi abbandonò l'assemblea per andare a Hildesheim, facendosi accogliere come un re. Europa tra preistoria e protostoria LE AREE SEPOLCRALI: L'ORGANIZZAZIONE INTERNA E IL RAPPORTO CON L'INSEDIAMENTO, DAL NEOLITICO ALL'ETÀ DEL FERRO, TIEPOLO, Giambattista (Giovanni Battista, Giovambattista). Ad Aquisgrana, i grandi di Germania pensarono di elevare sul trono il duca di Svevia Ermanno II[6], ma Enrico, inimicandosi l'arcivescovo di Colonia Eriberto, si era guadagnato il favore dell'arcivescovo di Magonza Willigis, il cui ruolo nel regno era di incoronare i re di Germania (e Willigis stesso aveva incoronato Ottone III): egli quindi incoronò Enrico nel duomo di Magonza il 6 giugno 1002[7], dopo che Ermanno II aveva tentato di impedire al futuro re Enrico di attraversare il Reno[3][7]. - Figlio di Enrico II di Baviera e di Gisella, sorella di Corrado, re della Bassa Borgogna e pronipote di Enrico l'Uccellatore, nacque il 6 maggio 973. Enrico vincolò quindi la sua successione sul diritto ereditario, ma essa era flebile essendo solo un cugino: egli quindi fece dei gesti tali da consolidare la sua precaria posizione. Le truppe a guardia del palazzo erano poche e, per allarmare l'esercito tedesco accampato fuori dalle mura, queste diedero fuoco alle case nei pressi del palazzo. - Figlio (n. forse Ravensburg tra il 1129 e il 1135 - m. Combatté (1002-18) contro il re di Polonia, Boleslao il Coraggioso, che minacciava le frontiere dell'impero. Boleslao, nominato re da Ottone III, voleva che il suo titolo fosse riconosciuto dal nuovo re Enrico II e che il magraviato di Meissen fosse a lui affidata in cambio del suo appoggio per la successione al trono, essendo questa senza marchese dalla morte di Eccardo durante le lotte per il trono, in modo da poter entrare solo ufficialmente nella rete imperiale, avendo già contatti anche dinastici con la famiglia dei marchesi di Meissen e avendo la stima della dinastia dei Billunghi, duchi di Sassonia[26]. M. Taddei, Pisa University Press, 2018. L'occupazione sassone della Frisia, comunque, era costellata da una serie di rivolte. Ermanno, per non perdere il ducato in caso di sconfitta, evitò di scontrarsi con il re direttamente, attaccando invece i suoi alleati nel suo ducato[9]. Non era prassi all'epoca che vi fossero diritti al trono per gli appartenenti alle linee collaterali della famiglia regia, quindi la successione non fu immediata. Mentre il re era sull'isol… Figli... (greco Enrico II invece visitava i ducati regolarmente, e sotto il suo regno sono documentati le prime diete provinciali; Enrico II infatti, per quanto fosse riuscito a far valere le sue ragioni ereditarie, fu costretto a farsi validare la sua elevazione al trono, essendo stato solo un duca, dalle varie regioni del suo regno, La scelta del viaggio imperiale perenne si rifletté sui diplomi, redatti in loco e non più nei palazzi in cui abitualmente risiedevano gli imperatori sassoni[18]. Pâulos; latino Paulus). Per sua madre, era nipote del re Corrado III di Borgogna e pronipote del re Rodolfo II di Borgogna. X e XI), Chronicon. Seguì il sinodo di Roma (febbraio 1014) e per la Pasqua andò a Pavia, quindi tornò in Germania[40]. [28] In Italia era stato eletto come re dai grandi signori italici Arduino d'Ivrea. In cambio della sua sottomissione al re, il padre fu restaurato come duca di Baviera. Nel 1012 la famiglia dei Tuscolani riuscì a prendere il potere a Roma e riuscirono a collocare come papa un loro membro, Benedetto VIII e chiesero l'aiuto di Enrico per farlo mantenere come papa[34]: questo era stato infatti scacciato e per chiedere aiuto si mosse lo stesso papa, appena eletto dopo aver sconfitto nella corsa per il soglio di San Pietro un certo Gregorio; il neo papa passò le Alpi e incontrò l'imperatore a Natale a Pöhlde, convincendolo a sostenere la sua famiglia (già favorita sotto Ottone III)[34] e la propria elezione[35]. Enrico nacque il 6 maggio del 973, figlio del duca Enrico II, duca di Baviera e di Gisella di Borgogna. Tra il 1021 e il 1022 effettuò un'ultima spedizione in Italia per frenare l'espansione bizantina in Puglia. Enrico quindi si avviò verso Roma (intraprese dunque la sua Romzug) e il 21 settembre 1013 fu a Balgstädt. ENRICO II imperatore, detto il Santo. Una volta divenuto re, attaccò e saccheggiò il ducato di Svevia, ducato del rivale Ermanno II. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, non è chiaro con quale titolo Odoacre regnò in Italia ma gli storici concordano sull'attribuirgli quello di, non da Imperatore, contese il trono ad Enrico II il Santo, Enrico si ribellò di nuovo contro Ottone II, Evoluzione del Regno d'Italia nella storia, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Enrico_II_il_Santo&oldid=115780883, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Voci biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Ridiscese nella penisola nel 1013 per contrastare un nuovo tentativo di ribellione di Arduino che fu sconfitto definitivamente, e fu incoronato imperatore a Roma nel 1014. La fazione di Eccardo fecero saltare l'assemblea tra i grandi a Werla occupando, durante il banchetto, i posti delle sorelle di Ottone III. Detailed information about the coin Denaro, Enrico II di Sassonia, Republic of Lucca, with pictures and collection and swap management : mintage, descriptions, … I diversi sforzi operati dalla dinastia per riunire l’Italia settentrionale e quella meridionale erano stati sempre inutili. Come conseguenza della sua rivolta, l'imperatore divise dal ducato di Baviera il ducato di Carinzia. Capitale sociale euro 50.000.000 i.v. La campagna in Svevia si stava prolungando e Enrico decise di farsi approvare (e non eleggere) il titolo di re a Merseburgo dai grandi del regno[Riferimenti 2]: egli venne accolto dall'abate di San Giovanni Aimone e dal conte della città Ezicone; qua il duca Bernardo, prima sostenitore di Ermanno, il 25 luglio e su delega dei presenti, approvò che la carica regia fosse presieduta da Enrico; Bernardo quindi diede, durante una cerimonia, la sacra lancia a Enrico, allo scopo di rappresentare che i grandi approvavano la sua elevazione al trono; questi quindi giurarono fedeltà e supporto armato a Enrico porgendo le mani unite al sovrano, con l'eccezione di Liutgero[9][12]. Anche sua moglie, Cunegonda, rientra nel novero dei santi della Chiesa cattolica. La via per la sua successione venne aperta quando Ottone di Worms, nipote di Ottone I, rifiutò la corona[2]; Enrico II trovò sostegno per la sua successione in Sassonia, desiderosa di vedere un uomo della propria stirpe continuare a sedere sul trono; egli inoltre era sostenuto da Sofia e Adelaide, sorelle del defunto Ottone III[3]. Enrico si concentrò sulla Germania, ma inviò in Italia Ottone di Worms assieme ad altri conti; questi furono fermati da Arduino, che aveva bloccato la valle dell'Adige presso Verona catturando le chiuse locali appartenenti al vescovo di Verona Otberto, mentre i tedeschi cercavano di unirsi al marchese di Canossa Tedaldo e all'arcivescovo di Ravenna Federico e le truppe del duca di Carinzia furono sconfitte presso la valle del Brenta[29][30]. Le truppe sveve, francone e lotaringe riuscirono ad entrare in città, facendo strage dei pavesi, che tentarono di difendersi scagliando giavellotti dai tetti delle case, ma questi furono inghiottiti dal fuoco. Fu canonizzato nel 1146 da papa Eugenio III. Questa situazione ha come emblema il motto del re: Enrico, re incontrastato in Germania, dopo la sottomissione di Ermanno, creò una bolla di piombo con inciso Renovatio regni Francorum, sulla falsariga del motto di Ottone III. La pratica della cavalcata attraverso il regno era una novità rispetto ai predecessori ottoniani: essi infatti rimanevano in Franconia, Sassonia e Bassa Lotaringia, andando in Svevia e Baviera solo in occasione delle spedizioni militari, specie per le spedizioni in Italia. Per definire la situazione lungo i confini orientali non esitò ad allearsi con le tribù slave, ancora pagane come i Liutici nel 1003, contro il duca/re cristiano Boleslao, atto rinfacciato dai contemporanei, e lo stesso Titmaro non ebbe buona opinione di questo popolo[25], ma la guerra poco gli valse perché nello scontro perse la marca di Lusazia. Enrico proseguì fino a Thingau, dove lo raggiunse il fratello e vescovo di Augusta Bruno[31]. Fu anche duca di Carinzia come Enrico III. [34], Storia per continenti e paesi Collaborò con la Chiesa per riformare i costumi del clero e favorì il monachesimo. Figlio di Enrico II di Baviera, alla sua morte, nel 995, divenne duca di Baviera con il nome di Enrico IV di Baviera. Egli era il secondo figlio di Alberto, duca di Sassonia e di sua moglie Sidonia di Poděbrady, principessa di Boemia.Alla morte del padre (1500), suo fratello maggiore, Giorgio, assunse la reggenza del ducato ed Enrico divenne governatore ereditario di Frisia. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 29 set 2020 alle 15:52. Una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. Tietmaro di Merseburgo, Cronaca di Ttetmaro, ed. Egli attese il corpo di Ottone III nel monastero di Polling, per poi accompagnarlo ad Aquisgrana mentre questo attraversava il suo ducato. [20], Storia medievale Si organizzò un'assemblea elettiva (da Enrico nel 1002 ostacolata) in cui gli succedette Corrado II il Salico, iniziatore della dinastia di Franconia (ma legato a lui da rapporti di parentela: Corrado era figlio di Enrico di Spira, figlio a sua volta di Ottone di Worms, figlio di Corrado il Rosso e di Liutgarda, figlia a sua volta di Ottone I e quindi, oltre che bisnonna di Corrado II, cugina di Enrico II). – Nacque presumibilmente il 5 marzo (Da Canal, 1732, 1809, p. XXXI; ma cfr. Enrico proseguì fino a Brescia, accolto dall'arcivescovo di Ravenna Federico, per poi raggiungere Bergamo, accolto dall'arcivescovo di Milano Arnoldo. Egli non ricevette nessun aiuto da parte di Boleslao, anzi, attraverso i suoi ambasciatori-spia tentò di carpire le mosse di Enrico in Italia e cercò di corrompere i grandi che accompagnavano il re; inoltre accusò presso il papa Enrico di impedirgli di versare il censo al papa. Otto giorni dopo scoppiarono dei tumulti sul ponte Tiberino tra i tedeschi e i romani, i quali finitono solo grazie al calare del sole: questi erano stati scatenati dai fratelli Ugo, Uezil e Ezzelino, figli del marchese Oberto II d'Este e rivale di Enrico II; essi vennero catturati: uno riuscì a fuggire dalle prigioni, uno venne portato a Fulda e un altro al castello di Givikenstein[39]. Presieduto congiuntamente dall'imperatore Enrico II e da papa Benedetto VIII (1012-1024), il concilio emanò una serie di decreti per correggere la condizione d'ignominia dell'episcopato e le sue smodatezze.» scrive R. Paternoster in, Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, 4. der Löwe). L'impero ottoniano sotto gli ultimi imperatori sassoni - La successione al trono di Enrico II, Gli Ottoni. - Orientalista, nato ad Erfurt (Turingia), CASTELLAR, Giuseppe Vincenzo Francesco Maria Lascaris conte, funerarie. Discese in Italia una prima volta nel 1004 per sconfiggere alle chiuse di Valsugana Arduino d'Ivrea che, a capo della feudalità laica, cercava di ricostituire un Regno d'Italia indipendente. Rimase sempre poche settimane. Ridiscese ancora nel 1021-22 per condurre una breve campagna militare in Puglia e Campania contro i Bizantini. Nominò suo cancelliere Alberico, vescovo di Como. Egli quindi contrattaccò, assediando Strasburgo assieme al genero Corrado, figlio di Ottone di Worms, difesa dal suo vescovo Werner[8]. Il padre nel 974 si ribellò al cugino e imperatore del Sacro Romano Impero Ottone II. Egli proseguì passando per Augusta e, accolto dal vescovo Sigfrido per due notti, mandò indietro la moglie in Sassonia. Europa tra preistoria e protostoria, Repertorio delle culture dell'Europa preistorica. Nel 1007 fondò il Vescovado di Bamberga per stimolare la diffusione della cristianità fra gli Slavi del Meno. Enrico XII duca di Baviera e di Sassonia, detto il Leone (ted. Da qui, andò a Strasburgo per festeggiare il Natale. Quello stesso anno fu incoronato re d'Italia a Pavia. [75], Architettura e urbanistica Il neo re si diresse nella Lotaringia, verso Corbie, dove si riunì con la moglie Cunegonda, accolti dall'abate Titmaro e assieme si diresse a Paderborn, dove anche Cunegonda venne elevata a regina il 10 agosto, giorno di San Lorenzo Martire e anniversario della battaglia di Lechfeld[13][14]. Negli anni del suo regno dovette così combattere a lungo contro vari signori ribelli, come Baldovino di Fiandra (ribellatosi tra la fine del 1006 e il 1007)[22], Federico conte di Lussemburgo, Enrico V duca di Baviera e suo cognato[23] e il vescovo di Metz Teodorico II (ribellatosi assieme al fratello Enrico sempre nel 1009), sempre cognato del re[24]. Le spedizioni contro Boleslao occupano la maggior parte delle pagine della Cronaca di Titmaro, e la definizione dei confini orientali e dello status di Boleslao sono centrali per il vescovo di Merseburgo, essendo lui confinante con esso. Apostolo delle genti, sa... De Agostini Editore S.p.A. sede legale in via G. da Verrazano 15, 28100 Novara. Durante l'esilio di suo padre, il giovane Enrico visse a Hildesheim. A causa del suo prevalente interesse per i problemi della Germania, l'attenzione per la situazione in Italia fu minore dei suoi predecessori e sempre episodica. Arduino fuggì e Enrico entrò pacificamente a Verona, raggiunto dal marchese di Canossa Tedaldo. Un altro gesto per rafforzare le proprie pretese fu quando costrinse l'arcivescovo di Colonia Eriberto a consegnarli le insegne imperiali; questo però tenne nascosta la Sacra Lancia a Colonia e venne tenuto prigioniero fino a quando non giurò di cederla a Enrico, tenendo in ogni caso il vescovo di Würzburg e fratello dell'arcivescovo Eriberto come ostaggio a garanzia dell'adempimento del giuramento. Dovette però tornare ben presto in Germania poiché l'esercito fu decimato da una pestilenza.

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