diffusione cognome parisi

54 – Cat. 38L’esame delle tecniche scultoree denuncia chiaramente la presenza contemporanea nell’officina del vicus Lartidianus di artigiani che fanno capo a due tradizioni differenti, una orientale, l’altra di tipo occidentale. 65fig. 12Questo quadro, tratteggiato qui rapidamente sulla base dei dati archeologici ed epigrafici, trova un interessante corrispettivo nell’esame delle fonti letterarie ed epigrafiche relative allo stesso periodo. 2,7); nel caso degli augustali designa coloro che, in occasione di distribuzioni pubbliche o donativi, hanno diritto a doppia razione. 3 – Torso femminile del tipo Hera Borghese dal Rione Terra di Pozzuoli (da, Fig. A.3; A.5; A.7) presenta una corona di acanto spinoso composta da semifoglie laterali ed una foglia completa centrale; nel secondo tipo (catt. 8 – Statua sbozzata, probabile Pudicitia, dalle acque antistanti gli stabilimenti S.O.Fer di Pozzuoli (1972) (foto F. Demma). La firma di un artista se non proprio puteolano, sicuramente italico – come attestano il nome latino e la mancanza di confidenza con la scrittura greca già rilevata dalla Zancani – indica l’impiego di maestranze locali da parte dell’officina a partire almeno dall’età flavia. 27 – Cat. 100fig. Le elici mancano del tutto, ed al centro è una foglietta dai lobi frastagliati sormontata da due infiorescenze laterali più piccole che svolge finzione di calicetto per un breve stelo che termina sull’abaco in una rosetta a tre petali col bottone centrale punteggiato di fori di trapano. L’azione dell’acqua ha per lo più cancellato i tratti fisiognomici, si distinguono, tuttavia i delicati lineamenti di un viso femminile, in particolare il contorno degli occhi, con la congiuntiva distaccata e ben lavorata, le arcate superiori leggermente inarcate, l’orecchio sinistro con il padiglione ben rilevato e praticamente privo di lobo. 13 Cfr. 69Anche questa testina appare fluitata e corrosa da una lunga permanenza in ambiente umido. Il personaggio maschile è rappresentato nudo, coperto dal solo mantello, fermato sul petto da una fibbia circolare, e che gli lascia libera la spalla sinistra. Le elici mancano del tutto, ed al centro è uno stelo affiancato da due coppie di foglie dal profilo sinuoso desinente in alto in due fogliette cuoriformi contrapposte. 49fig. Le superfici lisciate sul retro e su un lato, nonché le tracce di perni metallici, denunciano chiaramente che anche in questo caso siamo di fronte ad un tassello. 44 – Cat. Negli spazi dedicati a Pozzuoli, poi, sono esposti oggetti per così dire parlanti: l’epitaffio di un marmorarius (sala 36), accanto ad altri quali il ritratto di Commodo che si può forse attribuire ad una bottega puteolana nota da iscrizioni oggi perdute (sala 34), nonché gli interessanti materiali recuperati a più riprese nel tratto sommerso della ripa, nel quale è stato riconosciuto quel vicus Lartidianus i cui inquilini erano in parte dediti proprio alla lavorazione del marmo, come testimoniano i reperti esposti nella sala 36. F. Demma in MACF II, p. 29-40 e C. Valeri, Ibidem, p. 37. Proprio in questa zona, e precisamente all’altezza del gazometro dei cantieri Armstrong, poi S.O.Fer., nel 1890 fu rinvenuta la base esposta nella sala 36 del Museo (fig. Fig. cm 10.5; largh. Fig. portarono alla scoperta di ambienti antichi gravitanti su un portico in piperno, noto già nell’800 e citato dal Dubois col nome di «portico delle Ninfe» (fig. 78mantello che doveva scendere sul davanti dalla spalla destra. Numerosissimi infine gli arti, di formati differenti, lavorati per essere congiunti a figure a tutto tondo (cat. Nella nutrita serie dei trapezofori marmorei a protome animale, il nostro trova confronti con esemplari databili entro il ii secolo d.C.69. cm 14,5; largh. 40-41; cat. The second part of the work is dedicated to the study of the epigraphic evidence relative to the. 34I frammenti databili, in particolare la testa ritratto femminile, la testa di cavallo, il trapezoforo a testa leonina ed alcune foglie d’acanto, si collocano, al più tardi, alla fine dell’età antonina e costituiscono un terminus post quem per l’ultima fase edilizia del complesso. 25Marmo biancoAlt. J. D’Arms, seguito da F. Coarelli, connette strettamente Aemilius Avianianus ed i suoi liberti con gli Aviani puteolani, dei quali i primi costituiscono evidentemente un ramo collaterale emigrato a Sicione24. 99I frammenti S.24, decorato con kyma ionico, e S.31, ornato da kyma lesbio continuo, sono di difficile identificazione; mentre il cat. (foto F. Demma). cm 3Invv. 14Prende così forma il quadro di un’epoca, tra la tarda repubblica ed i primi anni dell’impero, nella quale Puteoli e la costa flegrea, con i loro mercanti d’arte e gli artisti greci ad essi collegabili, spesso addirittura trapiantati qui, svolgono un ruolo di primo piano nella diffusione e nel commercio di statue marmoree, derivandole direttamente da originali greci, e contribuendo così alla formazione del linguaggio figurativo romano nonché all’elaborazione delle strategie di comunicazione attraverso le immagini stesse sviluppate dalle élites dirigenti ai massimi livelli. Fig. Fig. Parisi, una nobile famiglia italiana di origine francese durante il regno normanno si stabilì in Sicilia, dove oggi il cognome è largamente diffuso. 7 – Base di statua dedicata dagli inquilini del vicus Lartidianus (foto F. Demma). S.11-13 e fig. ad es. 23Marmo bianco saccaroide a cristalli medio-grandi, traslucido, verosimilmente di provenienza cicladica.Alt. 59 cfr. 47 – Cat. Le condizioni di conservazione del frammento, fluitato e corroso, non consentono di riconoscere altro che una figurina maschile nuda con la schiena coperta da un. 51 F. Demma in MACF II, p. 138 e 139, nr. EAA IV 176, s.v. Ci sono circa 8207 famiglie Parisi in Italia Scopri la mappa di diffusione del cognome Parisi in Italia! L’imperatore aveva forse in quell’occasione favorito in qualche modo gli abitanti di questo quartiere, che ricambiarono dedicandogli una statua. Questo quadro può essere indefinitamente arricchito da una serie di casi dai quali traspare l’importanza della città flegrea26, ruolo di spicco per altro implicito nel rilievo che l’intero sistema portuale gravitante su Pozzuoli rivestì sempre negli scambi transmarini dell’Italia romana. Genera rapidamente la mappa geografica raffigurante la diffusione del tuo cognome e scopri le origini geografiche del tuo cognome. 10; per le proposte di identificazione del Lentulus ciceroniano si vedano Schackleton Bailey 1965, p. 158; Coarelli 1996, p. 313). cm 20; prof. cm 11Inv. Il riferimento al gentilizio Lartidius che esso sembra contenere risulta infatti singolare in un contesto come quello puteolano, al quale la gens così chia-mata pare affatto estranea. 165486. In età adrianea l’atelier raggiunge il suo apice iniziando una parallela serie di realizzazioni in marmo pario, più pregiato del pentelico, e ampliando il ventaglio dei suoi modelli, con un particolare riferimento ad originali tardo severi. 8)51. da cm 35 a cm 26; spess. In particolare, l’esame stilistico dei capitelli di lesena rinvenuti nell’800, oltre che di alcuni tasselli per elementi architettonici ritrovati nel 1972, indica chiaramente l’attività di artigiani orientali, e corrisponde alla notizia epigrafica sulla massiccia presenza di stranieri in loco, gli inquilini vici Lartidiani per l’appunto. cm 29; largh. Fig. 315045 (S.14); 315040 (S.15); 165490 (S.16). 10, LETT. S.4, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). Si tratta della dedica che accompagnava, verosimilmente, un ritratto dell’imperatore, posta proprio nel 183 d.C., da parte di un marmorarius puteolano altrimenti ignoto. cm 17,5; lungh. 6 – Ritratto di Commodo da Pozzuoli (da, Portail de ressources électroniques en sciences humaines et sociales, Mélanges de l'École française de Rome - Antiquité, Officine del vicus lartidianus: catalogo dei materiali, A. Capitelli corintizzanti di lesena con acanto spinoso, S.5 Statuina maschile seduta su una roccia, S.19-20 Due frammenti di capitelli pertinenti ad, S.21-23; 25-29 Otto frammenti di capitelli, S.24; S.30-1 Tre frammenti modanati e decorati, Normes rédactionnelles – Norme redazionali – Editorial rules, Catalogue des 547 revues, Fig. Fasto 2005: F. Filippi (a cura di), I colori del fasto. S.17 S.18 fig. cm 21; largh. p. 80-87 e p. 91-93; per le schede: C. Valeri in MACF III, p. 126-128. An icon used to represent a menu that can be toggled by interacting with this icon. 72fig. 9Recentemente è stato suggerito un collegamento tra l’attività di questa officina e le statue ideali rinvenute sulla rocca puteolana del Rione Terra. 40-41; cat. 41 – Cat. 56 Il Fulvio elenca «quaranta capitelli di pilastro di circa 30 × 30 cm, corintizzanti ed alcuni figurati con Aquila o Aquila e serpente, di cui 33 con un solo ordine di 3 foglie, volute ed elici che terminano sotto al fiore». Fig. Consulta l'archivio di PagineBianche e cerca tutte le curiosità sul tuo cognome e quello dei tuoi amici. cm 2; S.23: alt. 21 – Capitellino di Pilastro, Ostia (da Pensabene 1973). ad esempio CIL VIII, 16533 e VI 9896. Fig. S.8, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). Fig. Il 183 è anche l’anno nel quale l’imperatore rivestì il duovirato a Puteoli45. Presenza. Si ricostruiscono, attraverso l’esame dei reperti, la cronologia e l’attività della bottega; la formazione delle maestranze; il tipo di prodotti ed i marmi impiegati. Infine «due hanno un’aquila che con gli artigli stringe una lunga serpe, capo a destra e ali spiegate». S.12, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). 23Conclude questa breve rassegna di testi relativi a personaggi puteolani connessi con il mondo della scultura una base oggi ai Musei Capitolini, che su un fianco reca la dicitura Ex officina Sextili Clementis (CIL X 1896). Pensabene 2007, p. 243): Bonae Diae non sarebbe un dativo indicante il destinatario del dono, ma un genitivo dipendente da redemptor. Al centro è la figura di un’aquila con le ali spiegate che poggia sulla cima della foglia centrale, il capo rivolto a destra. 30); una figurina maschile nuda – Ercole o Satiro (cat. Fig. Per la datazione giulio-claudia dell’iscrizione cfr. 20 – Capitellino di Pilastro, Efeso (da Mercklin 1962). In sostanza uno schema simile al tipo dell’Ercole Farnese, più volte ripetuto su rilievi e statuine, complicato dall’incrocio delle gambe, posizione pur attestata nella documentazione scultorea a partire dall’età ellenistica. Un’ altra potrebbe essere una variante del nome italiano Parisio. L’insediamento si chiamava, in epoca preromana, Lutecia, nome legato probabilmente al termine celtico, poi romanizzato, di “luto o luteo“, cioè fangoso, paludoso. Maria Barbera est sur Facebook. 34 – Cat. 19Nell’editto di Diocleziano, la giornata lavorativa di un marmorarius viene quantificata in 50 denari, quella di uno sculptor in 60, attestando, almeno per quell’epoca, una differenza anche qualitativa tra i due artigiani. cm 3.5; largh. Fig. cm 2,9Inv. Landwehr ibid., p. 114. Ch. Scalptor. 603. Le elici mancano del tutto, ed al centro è un calicetto da cui nascono due foglie dai lobi frastagliati, come agitate da un colpo di vento, nel cui seno sorge un breve stelo che termina sull’abaco in una rosetta a quattro petali col bottone centrale punteggiato di fori di trapano. 46 – Cat. 33 Una lettura particolare dell’iscrizione sopra citata sembra dare P. Pensabene, che parla di Avillius come di un redemptor marmorarius Bonae Diae, confrontando questa con la menzione di un redemptor operum Caesaris a Roma – CIL VI, 9034 – e la citazione dell’ exactor operis basilicae marmorarii et lapidarii di Nemausus in CIL XII, 3070 (cfr. Nella storia degli studi due sono state le soluzioni proposte per quest’aporia: il Dubois preferisce leggere Claudia a r.6, normalizzando la situazione con una correzione del testo (Dubois 1907, p. 143), e la soluzione pare confortata dall’assenza del prenome. Filippo Demma, « Scultori, redemptores, marmorarii ed officinae nella Puteoli romana », Mélanges de l'École française de Rome - Antiquité [En ligne], 122-2 | 2010, mis en ligne le 10 septembre 2013, consulté le 18 novembre 2020. da cm 38 a cm 29; spess. Le elici mancano del tutto, ed al centro è uno stelo affiancato da due coppie di foglie dal profilo sinuoso desinente in alto in due fogliette cuoriformi contrapposte. Per abbozzare la testina è stata utilizzata una subbia per definire i contorni esterni della massa, ed uno scalpello per eliminare il marmo in eccesso. The second part of the work is dedicated to the study of the epigraphic evidence relative to the marmorarii, redemptores and officinae, for the most part held at the Museum of Baia. Coarelli 1996: F. Coarelli, Il commercio delle opere d’arte in età tardo-repubblicana, in Revixit ars. F. Demma in MACF II, p. 134. 6 – Ritratto di Commodo da Pozzuoli (da MACF II). – della prima menzione esplicita di uno scultore puteolano. Fig. 93fig. cm 30; largh. Nelle zone non rifinite è abbastanza evidente il lavoro di uno scalpello largo (ca. cm 3.5; S.26: alt. Per un panorama generale si veda Gasparri 1994. Fig. Ostrow 1979; per l’anfiteatro flavio, i restauri del ii secolo ed i capitelli ad essi attribuibili, per l’iscrizione di Repentinus ed il suo ruolo nei restauri dell’opera cfr. Ad un esame attento risulta evidente che il secondo è un’imitazione di capitelli orientali realizzata da un artigiano occidentale: lo denunciano chiaramente, oltre alla qualità del marmo, anche la forma delle fogliette dell’acanto, artificiosamente appuntite, ma costruite sul modello occidentale dell’acanthus mollis, con sovrapposizioni morbide e zone d’ombra ondulate nei punti di contatto tra le digitazioni. Il cognome Parisini e di derivazione etnica, si origina infatti dal nome della capitale francese, Parigi. da cm 40 a cm 29; spess. cm 30; largh. La seconda parte del lavoro è dedicata allo studio delle attestazioni epigrafiche relative a marmorarii, redemptores ed officinae, in gran parte conservate nel museo baiano. Iulius). A.7, Pozzuoli, cantieri Armstrong 1888 (Foto S.A.N.). 4 – Iscrizione greca con la firma di Karos (foto C. Valeri). Quindi, mancando del tutto ulteriori specificazioni (cioè i termini redemptor, conductor o negotiator), e potendosi escludere per lui i ruoli più umili pure compresi nella definizione di marmorarius, non resta che riconoscere nel nostro Arrius Chrysanthos uno scultore o, al più, un buon artigiano decoratore. L’artista divenne famoso al punto che Ottaviano in persona lo incaricò, forse nel 28 a.C., del rifacimento della testa dell’Artemide di Timoteo che, nel tempio di Apollo sul Palatino, formava una triade insieme all’Apollo di Scopa ed alla Latona di Cefisodoto il giovane21. 40 – Cat. 165505 (S.24); 165500 (S.30); 165502 (S.31). 34 CIL X 1873: A(ulus) Arrius Chrysanthus / marmorarius / augustal Puteolis / dupplicciar(ius) centuriae Petron(iae) / vivus sibi. cm 28; largh. 36 Cfr. Il cognome Parisi è panitaliano, è molto diffuso in tutto il sud Italia, ma è presente anche al nord. S.26, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972. Da oggi puoi saperlo più facilmente grazie al nuovo servizio di PagineBianche: un modo per scoprire le occorrenze del proprio cognome in Italia e per avere maggiori informazioni sulla diffusione a livello territoriali. Qui le sue opere, principalmente in bronzo, conquistarono il pubblico colto: lo stesso Cicerone gli aveva commissionato almeno un Ares, tre figure di menadi e un trapezoforo. 5, 1958-9, p. 15-25, Schackleton Bailey 1965: D. R. Shackleton Bailey (a cura di), Cicero’s Letters to Atticus, I, Cambridge, 1965. 16 – Capitello di lesena cat. Fig. A., 3 in Basilicata, 3 in Friuli V. G., 2 in Abruzzo, 1 in Umbria, 1 in Campania. Scopri la diffusione del cognome Parisi in Italia attraverso una mappa interattiva. L’imperatore aveva forse in quell’occasione favorito in qualche modo gli abitanti di questo quartiere, che ricambiarono dedicandogli una statua. 165497 (S.21); 165503 (S.22); 165507bis (S.23); 165587 (S.25); 315048 (S.26); 165511 (S.27); 165508 (S.28); 165510 (S.29). Non preoccuparti, non pubblicheremo niente sui social network senza il tuo permesso. A social and cultural study of the villas and their owners from 150 B.C. cm 30; largh. 24), dalla superficie fluitata e molto corrosa dall’azione dei litodomi. Caldelli, Eusebeia e dintorni: su alcune nuove iscrizioni puteolane, in Epigraphica, LVII, 2005, p. 63-83. Tempio Corinzio di Pozzuoli (fig. The sources and the description of the cult, EPRO, 110, Leida, 1989, Brusini 2001: S. Brusini, La decorazione scultorea della villa di Monte Calvo, in RIASA, LV, III serie anno XXIII, 2000, Roma, 2001, Calabi Limentani 1958: I. Calabi Limentani, Studi sulla società romana. Fig. Parisi – comune brasiliano nello stato di San Paolo; Persone. Cic. 30Marmo giallastroAlt. 21), ionico con stretti sgusci, ovuli allungati e appena tronchi in testa separati da sottili lancette, inquadrato ai lati da due emifoglie d’acanto spinoso con fogliette appuntite dalla sezione a V. Le punte delle fogliette si addossano al profilo inferiore dei lobi superiori formando zone d’ombra oblique. Questioni di iconografia, in ArchCl, XXXVII, 1985, p. 138-153; Demma 2007: F. Demma, Monumenti pubblici di Puteoli. 53 – Cat. Denti 1985: M. Denti, Afrodite Pudica semipanneggiata. Zancani Montuoro 1933 e, da ultimi, C. Gasparri e Ch. S.2, fig. cm 23,5; largh. cm 1.5: lungh. 32Apparteneva ad un bassorilievo la testina di cavallo che trova un impressionante confronto nel fregio del Tempio Corinzio di Pozzuoli (cat. 76fig. 11 – Capitello di lesena cat. 79, con ampia bibliografia. Camodeca 2000-1: G. Camodeca, Lo stadium di Puteoli, il sepulchrum di Adriano in Villa Ciceroniana e l’Historia Augusta, in RendPontAc, 73, 2000-2001, p. 147 ss. S.9, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). 18-20) e in due pezzi ostiensi (fig. Fig. Il retro rovinato non consente di capire se era presente il codino tipico dei satiri e di confermare, quindi, l’identificazione del soggetto, per altro decisamente probabile, a meno di non interpretare la zampa felina come un tratto della leontè e l’asta come il terminale di una clava, attributi che indicherebbero invece Ercole come il personaggio rappresentato dalla statuina. . cm 10; largh. 52 Dubois 1907, p. 267-8 e pianta nr. Più raro il lemma scalptor/sculptor, attestato in Plinio il Giovane e Firmico Materno, oltre che in alcune epigrafi, e che riveste un significato più generico, definendo qualunque artigiano che incida pietre, e comprendendo, dunque, anche i gemmarii36. Tra la fine del regno di Adriano e l’età antonina vengono attribuite alla sua attività anche un certo numero di opere a carattere puramente decorativo, oltre a creazioni originali di gusto classicistico. Fig. Vollkommer I, p. 218, s.v. 24MarmoAlt. cm 7. I marmi utilizzati erano prevalentemente di provenienza greca per le statuette, microasiatica (proconnesio) per gli architettonici; si lavoravano inoltre marmi colorati (giallo antico, fior di pesco) in forma sia di piccoli oggetti che di fusti di colonna. La domus del Gianicolo e i suoi marmi. Schackleton Bailey 1995: D. R. Shackleton Bailey, Onomasticon to Cicero’s letters, Stoccarda, 1995 Vaglieri 1895, D. Vaglieri, Bona Dea, in DE, I, 1895, p. 1012-1015, Valeri 2005: C. Valeri, Marmora Phlegraea. S.22; S.23; S.27; S.28, rispettivamente fig. Brouwer 1989, p. 87-89, nr. I due esemplari ripescati a Baia recano entrambi in identica posizione – cioè sul lembo dell’himation, fra il ginocchio sinistro ed il margine inferiore del lato esterno – la firma in greco del copista, disposta su quattro righe. Le elici mancano del tutto, ed al centro è un calicetto da cui nascono due foglie dai lobi frastagliati, come agitate da un colpo di vento, nel cui seno sorge un breve stelo che termina sull’abaco in una rosetta a quattro petali col bottone centrale punteggiato di fori di trapano. 2 cm) e di una subbia. 55fig. Significato, origine e diffusione del cognome Parisini. Tel: 0144 83310 - Cell: 334 3232822 (Gianfranco) - Mail: [email protected] Significato, origine e diffusione del cognome Parisini. 27Marmo bianco, probabilmente greco insulareAlt. S.1, fig. 165478. 28Marmo bianco, probabilmente greco insulareAlt. to A.D. 400, Fig. 603. 1Lo studio che segue deriva, come altri contenuti in questo stesso volume, dai dati raccolti sull’abbondantissimo materiale preso in considerazione durante il lungo lavoro di progettazione ed allestimento del nuovo Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia. cm 20; largh. ), Künstlerlexikon der Antike, Monaco-Lipsia, 2001-2004 Zancani Montuoro: P. Zancani Montuoro, Repliche romane di una statua fidiaca, in BullComm, LXI, 1933, p. 25-58, Zevi, Valeri 2008: F. Zevi, C. Valeri, Cariatidi e Clipei: il foro di Pozzuoli, in E. La Rocca, P. León, C. Parisi Presicce (a cura di), Le due patrie acquisite: studi di archeologia dedicati a Walter Trillmich, Roma, 2008, p. 443-464. Il frammento S.13 è una mano destra femminile che stringe una sorta di asta terminante in un’infiorescenza vegetale, forse un tirso. 60fig. 16Da un testo assegnato dal Mommsen a Pozzuoli28, apprendiamo che nel 62 d.C. un tale C. Avillius December, redemptor marmorarius, dedicò, assieme alla sua contubernalis, verosimilmente una statua29alla Bona Dea sotto il sacerdozio di un liberto imperiale. L’etnico di Karos, «Put(e)anos», è stato interpretato come una forma errata di «Potiolanòs» (fig. Landwehr in MACF III, p. 93-94. cm 20; prof. 15Inv. Dal loro incontro in uno nasce una foglia di quercia con due bottoni, graziosamente intagliata. C.n. cm 17; largh. 31Marmo bianco, probabilmente greco insulareAlt. Parisini è tipico dell'Emilia Romagna, mentre Parisio della Lombardia e del Piemonte. Geografia Italia. cm 10.4; spess. 1. La traccia del perno metallico nella zona posteriore lo qualifica come un tassello da restauro. Molto difficile ed incerta l’origine precisa del nome, probabilmente molto antica, sicuramente pregreca, il significato pare essere quello di “lottatore, battagliero”. Vorresti scoprire come e quanto è diffuso in Italia? cm 11; spess. Parisi Maria Anna. Fig. Inoltre, la formula v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) alla r.5 autorizza ad aspettarsi il nome di una divinità, destinataria del voto e della conseguente dedica. Pare infatti che il suo culto nel circondario pare fosse molto diffuso, testimoniato dal ritrovamento di una sua statua nell’Abbazia di Saint Germain des Pres e dalle numerose tracce della presenza in epoca di numerosi templi a lei dedicati. L’anatomia è appena accennata, come i particolari della roccia sulla quale l’uomo siede. Fig. cm 8; largh. Fig. Esistono, tra l’altro, evidenze epigrafiche che attestano chiaramente i legami tra Aemilii ed Aviani nella Puteoli giulio-claudia25. S.1, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). da ultima Ch. cm 22; largh. cm 2,5; S.33: alt. S.22; S.23; S.27; S.28, rispettivamente fig. Fig. cm 27; largh. 26 – Cat. 651, cfr. Cfr. cm 2.3; S.27: alt. 35Due anni prima della scoperta dell’edificio antico il fondale dello stesso specchio d’acqua aveva dovuto essere abbassato per consentire il varo di due torpediniere: in quell’occasione vennero alla luce strutture in opera mista di reticolato e laterizio e una serie di elementi architettonici tra cui 40 capitelli di lesena, 33 basi attiche, alcuni fusti di colonna in fior di pesco, anfore contenenti pece. De Franciscis, Officina di scultore a Pozzuoli, in Atti XII Convegno di Studi sulla Magna Grecia. This is a brief summary of the data noted in the so-called workshop of the plasterers of Baia – hypothetically based in Pozzuoli – and a close examination of the personalities attested in the literary sources follows, in particular the letters of Cicero, in some way connected to Puteoli. Sappiamo che l’imperatore intervenne direttamente nel rifacimento dei moli, le famose pilae, mentre la costruzione, o l’ampliamento, delle terme denominate Balnea Faustines nella documentazione antiquaria è evidentemente legata alla figura della moglie, e inoltre al prefetto del pretorio di Antonino, Sex. cm 33; largh. 63 Per una differenza nella lavorazione dell’acanto nelle diverse tradizioni attestate a Puteoli si veda Demma 2007, cap. 33-35): oggetti di bottega inutilizzati che finirono nel riempimento necessario a rialzare il pavimento dell’officina, minacciata dal bradisismo. A.5, Pozzuoli, cantieri Armstrong 1888 (Foto S.A.N.). Il sito ufficiale della Mappa Dei Cognomi d'Italia. S.30 fig. cm 9; spess. 56Il kalathos è rivestito in basso da una corona di foglie d’acanto spinoso a cinque lobi, ciascuno articolato in fogliette appuntite dalla sezione a V. Le punte delle fogliette, toccandosi le une con le altre, formano sequenze di rombi e trapezi. La punta di una piccola subbia ha lasciato poi tracce su tutta la superficie. 4)6. 26 Si tratta, diversamente da quelli discussi sopra, di casi nei quali né il coinvolgimento di famiglie locali, né di artisti con esse collegati è esplicitamente attestato, ma valgono a sottolineare il ruolo del porto puteolano nel commercio d’arte, e quindi, per forza di cose, delle élites cittadine, proprietarie di magazzini, approdi, personale etc.. Citiamo solo, a titolo d’esempio, la possibilità che il Lentulus cui Cicerone si rivolge a più riprese perché trasporti con le sue navi le statue che ha ordinato in Grecia (i signa Megarica e le erme delle epistole Ad Att. 73Il personaggio maschile è rappresentato nudo, coperto dal solo mantello, fermato sul petto da una fibbia circolare, e che gli lascia libera la spalla sinistra. 24 D’Arms 1972, p. 251-253; Coarelli 1996, p. 315. 54Il kalathos presenta in basso un kyma ionico con stretti sgusci, ovuli allungati e appena tronchi in testa separati da sottili lancette, inquadrato ai lati da due emifoglie d’acanto spinoso con fogliette appuntite dalla sezione a V. Le punte delle fogliette si addossano al profilo inferiore dei lobi superiori formando zone d’ombra oblique. 33 – Cat. 15Per la successiva età imperiale, un certo numero di personaggi locali coinvolti a vario titolo nella produzione di sculture in marmo è attestato da iscrizioni di Puteoli e delle città flegree27. Tipi 4-7. Antonio lo portò con sé ad Alessandria dove sei anni più tardi, con la rovina del suo importante mentore, Evandro fu fatto prigioniero e condotto a Roma. cm 29; largh. Le elici mancano del tutto, ed al centro è una foglietta dai lobi frastagliati sormontata da due infiorescenze laterali più piccole che svolge finzione di calicetto per un breve stelo che termina sull’abaco in una rosetta a tre petali col bottone centrale punteggiato di fori di trapano. 19 Cfr. Il piumaggio dell’uccello e le scaglie del serpente sono rese con piccole figure geometriche minutamente descritte. 30Particolarmente interessanti le due sculture al vero: una testa femminile (cat. In quest’epoca il riconoscimento dei modi dell’officina flegrea in una testa rinvenuta a Side e la contemporanea comparsa ad Efeso di un gruppo di statue riconducibili ad un’unica bottega e riproducenti tipi quali l’Aspasia, l’Hestia Giustiniani e ben due Peplophoroi Ludovisi, veri e propri caposaldi del repertorio del nostro atelier, ha fatto pensare alla possibilità di un’esportazione se non proprio ad un trasferimento degli artigiani «flegrei» sulle coste dell’Asia Minore9.

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