54 – Cat. 38L’esame delle tecniche scultoree denuncia chiaramente la presenza contemporanea nell’officina del vicus Lartidianus di artigiani che fanno capo a due tradizioni differenti, una orientale, l’altra di tipo occidentale. 65fig. 12Questo quadro, tratteggiato qui rapidamente sulla base dei dati archeologici ed epigrafici, trova un interessante corrispettivo nell’esame delle fonti letterarie ed epigrafiche relative allo stesso periodo. 2,7); nel caso degli augustali designa coloro che, in occasione di distribuzioni pubbliche o donativi, hanno diritto a doppia razione. 3 – Torso femminile del tipo Hera Borghese dal Rione Terra di Pozzuoli (da, Fig. A.3; A.5; A.7) presenta una corona di acanto spinoso composta da semifoglie laterali ed una foglia completa centrale; nel secondo tipo (catt. 8 – Statua sbozzata, probabile Pudicitia, dalle acque antistanti gli stabilimenti S.O.Fer di Pozzuoli (1972) (foto F. Demma). La firma di un artista se non proprio puteolano, sicuramente italico – come attestano il nome latino e la mancanza di confidenza con la scrittura greca già rilevata dalla Zancani – indica l’impiego di maestranze locali da parte dell’officina a partire almeno dall’età flavia. 27 – Cat. 100fig. Le elici mancano del tutto, ed al centro è una foglietta dai lobi frastagliati sormontata da due infiorescenze laterali più piccole che svolge finzione di calicetto per un breve stelo che termina sull’abaco in una rosetta a tre petali col bottone centrale punteggiato di fori di trapano. L’azione dell’acqua ha per lo più cancellato i tratti fisiognomici, si distinguono, tuttavia i delicati lineamenti di un viso femminile, in particolare il contorno degli occhi, con la congiuntiva distaccata e ben lavorata, le arcate superiori leggermente inarcate, l’orecchio sinistro con il padiglione ben rilevato e praticamente privo di lobo. 13 Cfr. 69Anche questa testina appare fluitata e corrosa da una lunga permanenza in ambiente umido. Il personaggio maschile è rappresentato nudo, coperto dal solo mantello, fermato sul petto da una fibbia circolare, e che gli lascia libera la spalla sinistra. Le elici mancano del tutto, ed al centro è uno stelo affiancato da due coppie di foglie dal profilo sinuoso desinente in alto in due fogliette cuoriformi contrapposte. 49fig. Le superfici lisciate sul retro e su un lato, nonché le tracce di perni metallici, denunciano chiaramente che anche in questo caso siamo di fronte ad un tassello. 44 – Cat. Negli spazi dedicati a Pozzuoli, poi, sono esposti oggetti per così dire parlanti: l’epitaffio di un marmorarius (sala 36), accanto ad altri quali il ritratto di Commodo che si può forse attribuire ad una bottega puteolana nota da iscrizioni oggi perdute (sala 34), nonché gli interessanti materiali recuperati a più riprese nel tratto sommerso della ripa, nel quale è stato riconosciuto quel vicus Lartidianus i cui inquilini erano in parte dediti proprio alla lavorazione del marmo, come testimoniano i reperti esposti nella sala 36. F. Demma in MACF II, p. 29-40 e C. Valeri, Ibidem, p. 37. Proprio in questa zona, e precisamente all’altezza del gazometro dei cantieri Armstrong, poi S.O.Fer., nel 1890 fu rinvenuta la base esposta nella sala 36 del Museo (fig. Fig. cm 10.5; largh. Fig. portarono alla scoperta di ambienti antichi gravitanti su un portico in piperno, noto già nell’800 e citato dal Dubois col nome di «portico delle Ninfe» (fig. 78mantello che doveva scendere sul davanti dalla spalla destra. Numerosissimi infine gli arti, di formati differenti, lavorati per essere congiunti a figure a tutto tondo (cat. Nella nutrita serie dei trapezofori marmorei a protome animale, il nostro trova confronti con esemplari databili entro il ii secolo d.C.69. cm 14,5; largh. 40-41; cat. The second part of the work is dedicated to the study of the epigraphic evidence relative to the. 34I frammenti databili, in particolare la testa ritratto femminile, la testa di cavallo, il trapezoforo a testa leonina ed alcune foglie d’acanto, si collocano, al più tardi, alla fine dell’età antonina e costituiscono un terminus post quem per l’ultima fase edilizia del complesso. 25Marmo biancoAlt. J. D’Arms, seguito da F. Coarelli, connette strettamente Aemilius Avianianus ed i suoi liberti con gli Aviani puteolani, dei quali i primi costituiscono evidentemente un ramo collaterale emigrato a Sicione24. 99I frammenti S.24, decorato con kyma ionico, e S.31, ornato da kyma lesbio continuo, sono di difficile identificazione; mentre il cat. (foto F. Demma). cm 3Invv. 14Prende così forma il quadro di un’epoca, tra la tarda repubblica ed i primi anni dell’impero, nella quale Puteoli e la costa flegrea, con i loro mercanti d’arte e gli artisti greci ad essi collegabili, spesso addirittura trapiantati qui, svolgono un ruolo di primo piano nella diffusione e nel commercio di statue marmoree, derivandole direttamente da originali greci, e contribuendo così alla formazione del linguaggio figurativo romano nonché all’elaborazione delle strategie di comunicazione attraverso le immagini stesse sviluppate dalle élites dirigenti ai massimi livelli. Fig. Fig. Parisi, una nobile famiglia italiana di origine francese durante il regno normanno si stabilì in Sicilia, dove oggi il cognome è largamente diffuso. 7 – Base di statua dedicata dagli inquilini del vicus Lartidianus (foto F. Demma). S.11-13 e fig. ad es. 23Marmo bianco saccaroide a cristalli medio-grandi, traslucido, verosimilmente di provenienza cicladica.Alt. 59 cfr. 47 – Cat. Le condizioni di conservazione del frammento, fluitato e corroso, non consentono di riconoscere altro che una figurina maschile nuda con la schiena coperta da un. 51 F. Demma in MACF II, p. 138 e 139, nr. EAA IV 176, s.v. Ci sono circa 8207 famiglie Parisi in Italia Scopri la mappa di diffusione del cognome Parisi in Italia! L’imperatore aveva forse in quell’occasione favorito in qualche modo gli abitanti di questo quartiere, che ricambiarono dedicandogli una statua. Questo quadro può essere indefinitamente arricchito da una serie di casi dai quali traspare l’importanza della città flegrea26, ruolo di spicco per altro implicito nel rilievo che l’intero sistema portuale gravitante su Pozzuoli rivestì sempre negli scambi transmarini dell’Italia romana. Genera rapidamente la mappa geografica raffigurante la diffusione del tuo cognome e scopri le origini geografiche del tuo cognome. 10; per le proposte di identificazione del Lentulus ciceroniano si vedano Schackleton Bailey 1965, p. 158; Coarelli 1996, p. 313). cm 20; prof. cm 11Inv. Il riferimento al gentilizio Lartidius che esso sembra contenere risulta infatti singolare in un contesto come quello puteolano, al quale la gens così chia-mata pare affatto estranea. 165486. In età adrianea l’atelier raggiunge il suo apice iniziando una parallela serie di realizzazioni in marmo pario, più pregiato del pentelico, e ampliando il ventaglio dei suoi modelli, con un particolare riferimento ad originali tardo severi. 8)51. da cm 35 a cm 26; spess. In particolare, l’esame stilistico dei capitelli di lesena rinvenuti nell’800, oltre che di alcuni tasselli per elementi architettonici ritrovati nel 1972, indica chiaramente l’attività di artigiani orientali, e corrisponde alla notizia epigrafica sulla massiccia presenza di stranieri in loco, gli inquilini vici Lartidiani per l’appunto. cm 29; largh. Fig. 315045 (S.14); 315040 (S.15); 165490 (S.16). 10, LETT. S.4, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). Si tratta della dedica che accompagnava, verosimilmente, un ritratto dell’imperatore, posta proprio nel 183 d.C., da parte di un marmorarius puteolano altrimenti ignoto. cm 17,5; lungh. 6 – Ritratto di Commodo da Pozzuoli (da, Portail de ressources électroniques en sciences humaines et sociales, Mélanges de l'École française de Rome - Antiquité, Officine del vicus lartidianus: catalogo dei materiali, A. Capitelli corintizzanti di lesena con acanto spinoso, S.5 Statuina maschile seduta su una roccia, S.19-20 Due frammenti di capitelli pertinenti ad, S.21-23; 25-29 Otto frammenti di capitelli, S.24; S.30-1 Tre frammenti modanati e decorati, Normes rédactionnelles – Norme redazionali – Editorial rules, Catalogue des 547 revues, Fig. Fasto 2005: F. Filippi (a cura di), I colori del fasto. S.17 S.18 fig. cm 21; largh. p. 80-87 e p. 91-93; per le schede: C. Valeri in MACF III, p. 126-128. An icon used to represent a menu that can be toggled by interacting with this icon. 72fig. 9Recentemente è stato suggerito un collegamento tra l’attività di questa officina e le statue ideali rinvenute sulla rocca puteolana del Rione Terra. 40-41; cat. 41 – Cat. 56 Il Fulvio elenca «quaranta capitelli di pilastro di circa 30 × 30 cm, corintizzanti ed alcuni figurati con Aquila o Aquila e serpente, di cui 33 con un solo ordine di 3 foglie, volute ed elici che terminano sotto al fiore». Fig. Consulta l'archivio di PagineBianche e cerca tutte le curiosità sul tuo cognome e quello dei tuoi amici. cm 2; S.23: alt. 21 – Capitellino di Pilastro, Ostia (da Pensabene 1973). ad esempio CIL VIII, 16533 e VI 9896. Fig. S.8, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). Fig. Il 183 è anche l’anno nel quale l’imperatore rivestì il duovirato a Puteoli45. Presenza. Si ricostruiscono, attraverso l’esame dei reperti, la cronologia e l’attività della bottega; la formazione delle maestranze; il tipo di prodotti ed i marmi impiegati. Infine «due hanno un’aquila che con gli artigli stringe una lunga serpe, capo a destra e ali spiegate». S.12, Pozzuoli, cantieri S.O.Fer 1972 (Foto S.A.N.). 23Conclude questa breve rassegna di testi relativi a personaggi puteolani connessi con il mondo della scultura una base oggi ai Musei Capitolini, che su un fianco reca la dicitura Ex officina Sextili Clementis (CIL X 1896). Pensabene 2007, p. 243): Bonae Diae non sarebbe un dativo indicante il destinatario del dono, ma un genitivo dipendente da redemptor. Al centro è la figura di un’aquila con le ali spiegate che poggia sulla cima della foglia centrale, il capo rivolto a destra. 30); una figurina maschile nuda – Ercole o Satiro (cat. Fig. Per la datazione giulio-claudia dell’iscrizione cfr. 20 – Capitellino di Pilastro, Efeso (da Mercklin 1962). In sostanza uno schema simile al tipo dell’Ercole Farnese, più volte ripetuto su rilievi e statuine, complicato dall’incrocio delle gambe, posizione pur attestata nella documentazione scultorea a partire dall’età ellenistica. Un’ altra potrebbe essere una variante del nome italiano Parisio. L’insediamento si chiamava, in epoca preromana, Lutecia, nome legato probabilmente al termine celtico, poi romanizzato, di “luto o luteo“, cioè fangoso, paludoso. Maria Barbera est sur Facebook. 34 – Cat. 19Nell’editto di Diocleziano, la giornata lavorativa di un marmorarius viene quantificata in 50 denari, quella di uno sculptor in 60, attestando, almeno per quell’epoca, una differenza anche qualitativa tra i due artigiani. cm 3.5; largh. Fig. cm 2,9Inv. Landwehr ibid., p. 114. Ch. Scalptor. 603. Le elici mancano del tutto, ed al centro è un calicetto da cui nascono due foglie dai lobi frastagliati, come agitate da un colpo di vento, nel cui seno sorge un breve stelo che termina sull’abaco in una rosetta a quattro petali col bottone centrale punteggiato di fori di trapano. 46 – Cat. 33 Una lettura particolare dell’iscrizione sopra citata sembra dare P. Pensabene, che parla di Avillius come di un redemptor marmorarius Bonae Diae, confrontando questa con la menzione di un redemptor operum Caesaris a Roma – CIL VI, 9034 – e la citazione dell’ exactor operis basilicae marmorarii et lapidarii di Nemausus in CIL XII, 3070 (cfr. Nella storia degli studi due sono state le soluzioni proposte per quest’aporia: il Dubois preferisce leggere Claudia a r.6, normalizzando la situazione con una correzione del testo (Dubois 1907, p. 143), e la soluzione pare confortata dall’assenza del prenome. Filippo Demma, « Scultori, redemptores, marmorarii ed officinae nella Puteoli romana », Mélanges de l'École française de Rome - Antiquité [En ligne], 122-2 | 2010, mis en ligne le 10 septembre 2013, consulté le 18 novembre 2020. da cm 38 a cm 29; spess. Le elici mancano del tutto, ed al centro è uno stelo affiancato da due coppie di foglie dal profilo sinuoso desinente in alto in due fogliette cuoriformi contrapposte. Per abbozzare la testina è stata utilizzata una subbia per definire i contorni esterni della massa, ed uno scalpello per eliminare il marmo in eccesso. The second part of the work is dedicated to the study of the epigraphic evidence relative to the marmorarii, redemptores and officinae, for the most part held at the Museum of Baia. Coarelli 1996: F. Coarelli, Il commercio delle opere d’arte in età tardo-repubblicana, in Revixit ars. F. Demma in MACF II, p. 134. 6 – Ritratto di Commodo da Pozzuoli (da MACF II). – della prima menzione esplicita di uno scultore puteolano. Fig. 93fig. cm 30; largh. Nelle zone non rifinite è abbastanza evidente il lavoro di uno scalpello largo (ca. cm 3.5; S.26: alt. Per un panorama generale si veda Gasparri 1994. Fig. Ostrow 1979; per l’anfiteatro flavio, i restauri del ii secolo ed i capitelli ad essi attribuibili, per l’iscrizione di Repentinus ed il suo ruolo nei restauri dell’opera cfr. Ad un esame attento risulta evidente che il secondo è un’imitazione di capitelli orientali realizzata da un artigiano occidentale: lo denunciano chiaramente, oltre alla qualità del marmo, anche la forma delle fogliette dell’acanto, artificiosamente appuntite, ma costruite sul modello occidentale dell’acanthus mollis, con sovrapposizioni morbide e zone d’ombra ondulate nei punti di contatto tra le digitazioni. Il cognome Parisini e di derivazione etnica, si origina infatti dal nome della capitale francese, Parigi. da cm 40 a cm 29; spess. cm 30; largh. La seconda parte del lavoro è dedicata allo studio delle attestazioni epigrafiche relative a marmorarii, redemptores ed officinae, in gran parte conservate nel museo baiano. Iulius). A.7, Pozzuoli, cantieri Armstrong 1888 (Foto S.A.N.). 4 – Iscrizione greca con la firma di Karos (foto C. Valeri). Quindi, mancando del tutto ulteriori specificazioni (cioè i termini redemptor, conductor o negotiator), e potendosi escludere per lui i ruoli più umili pure compresi nella definizione di marmorarius, non resta che riconoscere nel nostro Arrius Chrysanthos uno scultore o, al più, un buon artigiano decoratore. L’artista divenne famoso al punto che Ottaviano in persona lo incaricò, forse nel 28 a.C., del rifacimento della testa dell’Artemide di Timoteo che, nel tempio di Apollo sul Palatino, formava una triade insieme all’Apollo di Scopa ed alla Latona di Cefisodoto il giovane21. 40 – Cat. 165505 (S.24); 165500 (S.30); 165502 (S.31). 34 CIL X 1873: A(ulus) Arrius Chrysanthus / marmorarius / augustal Puteolis / dupplicciar(ius)
Capodanno Rifugio Gremei, Isola Di Salina, Numeri Fortunati Del Lotto Del Capricorno, Monticello Conte Otto, Frasi Benvenuti Al Nord, 24 Giugno Giornata Nazionale, Ultras Boca Juniors, Io Prima Di Te Frasi Tumblr, 26 Ottobre 1994, Giacomo In Spagnolo,