antigone e creonte significato

Niente ci legittima ad essere così indifferenti, nemmeno la crisi economica. Interrogata, rispose ammettendo senza esitazioni la propria colpevolezza. dal mondo dei libri nella tua casella email! Che umanità siamo? Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il nucleo del dramma sofocleo risiede nello scontro fra due volontà: quella di Antigone di rispettare le leggi divine non scritte e quella di Creonte tesa a imporre la forza delle leggi umani e dello Stato, poste al di sopra dell’umano e del divino. Polinice non accettò di buon grado questa decisione e così si rifugiò ad Argo, la città storicamente rivale di Tebe. Il mito di Antigone: una donna sola contro il potere, Lascia il tuo commento Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce infatti (almeno in parte) alla disputa tra leggi divine e leggi umane. E’ una storia così potente e così vera che faccio difficoltà a pensare che tutto ciò che racconta non sia accaduto realmente. Il primo ravvisa in Antigone una ribelle solitaria e “antipolitica”, “sorda alle ragioni dell’uomo sociale”, emblema di una intransigenza fine a se stessa, indifferente alla vita della polis. Come per la vicenda del sindaco di Locri, Mimmo Lucano, Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra), Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra), Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra), Fai clic qui per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra), Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra), Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra), Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra). In termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto positivo. Nel corso della storia, del resto, il legislatore è intervenuto a modificare o revocare leggi che si sono rilevate contrarie al senso comune di giustizia, basti pensare alle leggi razziali. Sofocle illustra in questo dramma l'eterno conflitto tra autorità e potere: in termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto positivo. Il nucleo del dramma sofocleo risiede nello scontro fra due volontà: quella di Antigone di rispettare le leggi divine non scritte e quella di Creonte tesa a imporre la forza delle leggi umani e dello Stato, poste al di sopra dell’umano e del divino. I due capitoli finali, dedicati a difendere un ideale di giudice indipendente, che interpreta la legge alla luce della Costituzione, resistendo alle lusinghe del potere e alle pressioni dell’opinione pubblica, esprimono bene lo spirito dell’intero dialogo, e il suo esito: “L’importante – conclude Rossi rivolgendosi al suo interlocutore – è che questi giudici ci siano ancora. Non è mio fine giudicare l’operato della Capitana, non essendo questo un sito politico ma di cultura, tuttavia il riacceso interesse verso Antigone dimostra che i miti greci non sono morti, non sono favole, ma anzi sono ben presenti nella nostra coscienza, si annidano in essa come archetipi sempiterni, strutturano la nostra mente senza che noi ce ne accorgiamo. Non senza qualche contraddizione, le rimprovera di interpretare il ruolo tradizionale di custode della famiglia e della religione, partecipando “dei limiti e dei naturali pregiudizi del suo tempo”, ma anche di essere mossa da una forma di “individualismo estremo”, che la conduce ad anteporre sentimenti personali e privatissimi alla preoccupazione per la collettività (p. 32). Storie e idee dalla Resistenza alla nonviolenza, di Pietro Polito (SEB, 2017), Direi di no. Ricomporli, identificarli, restituirli al dolore di familiari e amici. I fatti di cronaca di questi giorni hanno riportato alla ribalta la figura di Antigone. Per maggiori informazioni o per negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Infatti in un certo senso è accaduto. Non soltanto da oggi né da ieri, ma da sempre esse vivono, da sempre: nessuno sa da quando sono apparse». Non poteva sopportare che il proprio fratello non ricevesse una degna sepoltura, che il suo corpo rimanesse per terra, arroventato dal sole e sbranato a pezzi da uccelli e cani. Nessuna legge umana poteva, secondo Antigone, contrariare questi principi, nemmeno un editto dell’ente massimo, ossia del re. In questi anni di generale sconforto e disillusione nei confronti della politica, di smobilitazione dei partiti, di disorientamento e solitudine per chi non si riconosce nel “pensiero unico” dominante, non è raro imbattersi in riflessioni sul significato e la portata di atti, anche individuali, di resistenza e disobbedienza. VOLERE LA LUNA – Laboratorio di cultura politica e di buone pratiche, Io sto con Robecchi: contro i fascisti di Fratelli d’Italia, Assemblea di Volere la luna 2020 / Report 2, Assemblea di Volere la luna 2020 / Report 1, Zeineter, L’arte di perdere, Einaudi, 2020, Cambiare la società senza conquistare il potere, Un milione di pagine libere di essere lette e studiate. O quando Pepino si mostra ben disposto a riconoscere “la tensione di Creonte verso l’imparzialità, il suo rigore nel non farsi condizionare, nella decisione, da legami e affetti personali”, che “rappresentano un elemento indefettibile per chi deve giudicare” (p. 107). Creonte o Antigone? Ma è l’ubbidienza, l’ubbidienza ai capi la fonte di salvezza e di vittoria. Sono gli stessi conflitti tra spirito sensibile umano e Stato che si ritrova nella personalità di Antigone e nei suoi valori radicati nella coscienza, ma anche nella personalità di Creonte che si attiene alle leggi scritte per impedire l’anarchia e il disordine. Atteggiamento in cui, al contrario, Pepino intravede l’ennesima prova di una grave mancanza di flessibilità, posto che Creonte “ben avrebbe potuto, per esempio, senza rinnegare il suo editto e mantenendo ferma la punizione per la sua violazione, attenuare la pena in considerazione del vincolo di parentela tra Antigone e Polinice (situazione apprezzata dal nostro diritto positivo e possibile per chi – allora – univa in sé i ruoli del legislatore e del giudice)” (p. 114). È a questo punto che entra in scena Antigone, una delle figlie di Edipo, nonché sorella di Polinice. Nel promulgare le leggi Creonte non si preoccupa minimamente dell’eventuale contrasto con le norme dell’ordine naturale, un ordine non costruito, non coercitivo che tutti portiamo dentro. La tragedia narra la vicenda che conduce alla morte della donna, nata dall’incesto tra Edipo e sua madre Giocasta, che si oppone a delle leggi arcaiche e ingiuste fondate sull’onore in nome di un sentimento morale che, ancora oggi, è assolutamente attuale e estremamente moderno. Antigone, violando le prescrizioni contenute nell’editto, diede una parziale sepoltura al cadavere. Dopo diverse peripezie sposò la figlia del re e si fece promettere, come regalo di nozze, la riconquista della città di Tebe. Tutte le Recensioni e le novità Dopo la morte di Eteocle a Tebe prese il potere un altro re di nome Creonte. E accade perfino di imbattersi in curiosi “rovesciamenti di fronte”, come quando il filo-Creonte Rossi sostiene che “a un eventuale comando di non salvare vite umane in mare si può e si deve disobbedire […] non solo per un imperativo etico ma anche per le antiche e immutate leggi del mare […]” (p. 72, corsivo mio). Presto diventò il simbolo della ribellione contro le leggi ingiuste, che non rispettano principi civili e non scritti che sono presenti da sempre, da quando l’essere umano è comparso sulla terra. Tutti noi abbiamo pensato di essere, almeno una volta nella vita, come Antigone, e di contrastare quelle regole, scritte o non scritte, ritenute inique o vessatorie. Figlia delle nozze incestuose tra Edipo e sua madre Giocasta, Antigone vive nella città governata dallo zio Creonte. Allora, forse, dovremmo riconoscere che la giustizia non si esaurisce nella positività della legge: esiste quella naturale che non va separata e tenuta distinta dalla quella politica e, in questo dibattito, un rilievo fondamentale va riconosciuto ad una questione che proprio in questi ultimi giorni è tornata alla ribalta: quella della disobbedienza civile, ovvero del rifiuto non violento di obbedienza a una legge che il comune sentire avverte ingiusta. Ripercorriamo quindi la vicenda di Antigone, una delle eroine più significative e decantate dell’antica Grecia. L'Antigone di Sofocle Il mito di Antigone è universalmente noto: figlia di Edipo, nella guerra di successione per il regno di Tebe vede contrapporsi i due fratelli Eteocle e Polinice. Valentina Pazé insegna Filosofia politica presso l’Università di Torino. Infatti, queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero”. Non a torto, Antigone è da sempre considerata il simbolo della lotta contro il potere, della ribellione romantica e solitaria contro il dominio ingiusto di un tiranno senza limiti. Vorrei focalizzare l’attenzione sulla totale mancanza di umanità verso quei migranti della Sea Watch, costretti a stare oltre 20 giorni in mare, in barba a tutte le regole di civiltà, cristiana e umana. Di fronte ad una disposizione normativa dello Stato è legittimo chiedersi se sia giusta? Questo compito, di cui si è fatto carico il gruppo di medici legali guidato da Cristina Cattaneo (autrice di Naufraghi senza volto. E Creonte, da parte sua, sostiene la ragione della legge scritta, dicendo al figlio innamorato della donna disobbediente e pronto a perorare la sua causa: «Ubbidire, ubbidire, e nel molto e nel poco, nel giusto e nell’ingiusto, sempre e comunque, all’uomo che sia posto al timone dello Stato. Bisogna comunque aggiungere che, al di là della loro dichiarata “partigianeria”, gli interlocutori di questo dialogo finiscono per convergere e dichiararsi d’accordo su molte questioni. In tale caso, il rispetto della legge è superiore alla coscienza dell’individuo, ma può condurre, come spesso è accaduto nella storia, ad un mutamento del senso di giustizia e del diritto positivo. È il momento in cui la ragazza risponde al sovrano sui motivi che l’avevano spinta a violare l’editto: “Non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte ed incrollabili degli dei. Riportiamo un breve cenno della tragedia “Antigone” scritta da Sofocle nella traduzione di Raffaele Cantarella. E se non iniziamo a riflettere su queste cose, nulla ci salverà dalla fine, nemmeno i nostri beni superflui. Un patteggiamento di due anni con pena sospesa con la condizionale ed una casa sequestra, ma non si pente della sua ribellione «al sistema che abbandona i pensionati con la minima e i giovani senza risorse», così ha dichiarato. «Nessuna legge si adatta ugualmente a tutti» scrisse Tito Livio. Nessuna legge umana poteva, secondo Antigone, contrariare certi principi: nessuno poteva impedire la sepoltura di un corpo, nemmeno se apparteneva ad un traditore, soprattutto nessuno poteva vietare ad una sorella di seppellire il proprio fratello. Neifatti è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Nola n. 2 del 21/06/2017. Morti per mano l’uno dell’altro, lo zio Creonte, successore al trono, promulga un editto in cui vieta la sepoltura a … Il pu… Ma Antigone, sorella dei due deceduti, trasgredisce l’ordine di Creonte, invocando le “leggi non scritte” degli dei, che prescrivono alle donne di officiare i riti funebri in onore dei congiunti. Cittadini comuni che hanno rifiutato la violenza del potere, di Amedeo Cottino (Zambon, 2015), Il dovere di non collaborare. Antigone, ecco perché la tragedia greca di Sofocle è ancora attuale, Il richiamo al rapporto tra le leggi civili e il diritto naturale, tema vivo ancora oggi, poiché esso ha profonde ripercussioni sul concetto di giustizia. Capisco le paure, ma non posso tollerare la mancanza di civiltà, la deumanizzazione verso il prossimo, l’odio dirottato verso una categoria di persone. Seguici, commenta le recensioni e consiglia i libri migliori da leggere, Segui i nostri consigli e promuovi il tuo libro gratis con Sololibri.net, Sololibri.net / New Com Web srlsC.F./P.Iva 13586351002, Significato di parole, proverbi e modi di dire, Il mito di Antigone: una donna sola contro il potere. Da ultimo, ecco un agile volumetto scritto a quattro mani da Nello Rossi e Livio Pepino, dal titolo Il potere e la ribelle. Non rimaniamo umani quando facciamo finta di non sapere che migliaia di persone vengono torturate in Libia. Scuola, boom di richieste per lo screening, Covid, 3.019 nuovi casi in Campania e 19 decessi, Covid, Scognamiglio: “Non abbandoniamo gli altri ammalati”. Dopo la morte di Edipo, i suoi figli maschi, Eteocle e Polinice, si accordano per detenere a turno la signoria su Tebe. Ecco allora che il confronto tra i due autori si allarga al tema della disobbedienza oggi, e al ruolo della politica e della giurisdizione nello Stato democratico di diritto, dove la libertà di opporsi, dissentire, e anche in certa misura “resistere”, è stata riconosciuta e costituzionalizzata. maggiori informazioni Accetto. Trovo sia di una potenza così assoluta lo scontro fra due fuochi, Antigone e Creonte, due pensieri, … Sicuramente uno dei pregi del volume consiste nel prendere sul serio il dilemma che coinvolge i due protagonisti della tragedia sofoclea. Testi che ci raccontano i mille volti della disobbedienza e della resistenza: etica e politica; individuale e collettiva; passiva o attiva; sostenuta da letture, riflessioni, approfondimenti o anche solo istintiva, “di pancia” (come quella del mio vecchio amico partigiano, che raccontava di essere salito in montagna a sedici anni «perché le camicie nere mi stavano antipatiche»). Non sempre, però, abbiamo avuto il coraggio di farlo, ma c’è un’Antigone in ognuno di noi, anche se non sempre si esterna. Morto Edipo, nacquero delle contese per la successione al trono: quale dei due fratelli figli del re, che si chiamavano Eteocle e Polinice, avrebbe dovuto succedere nel regno della città? Sulla figura di Antigone, e sul significato della sua scelta, oggetto negli anni di celebri e autorevolissime interpretazioni (da Hegel a Lacan, da Brecht ad Anouilh), Rossi e Pepino si dividono. Noi dobbiamo ubbidire alle leggi, alle leggi scritte». E dunque, Antigone o Creonte? Intervista a Gianni Marilotti, Per il futuro della scuola, Stati Generali dal basso. Il confronto investe anche la figura di Creonte, il “cattivo” della tragedia, di cui Rossi si fa carico di chiarire le ragioni: la preoccupazione per la salvezza della città, su cui incombe il pericolo del riaccendersi della guerra civile; la rivendicazione del primato della legge civile su affetti e lealtà pre-politiche; l’esigenza di salvaguardare l’imparzialità della giurisdizione, non arretrando di fronte al dovere di applicare la pena anche nei confronti di Antigone, promessa sposa del figlio. Si occupa, in una prospettiva teorica e storica, di comunitarismo, multiculturalismo, teorie dei diritti e della democrazia. Il re ricorda alla ragazza il tradimento di Polinice verso la città: “Ma il nemico non è mai caro, neppure quando sia morto”. Politica senza cittadini (Edizioni Gruppo Abele, 2016), Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Viene, però, arrestata e giudicata colpevole dallo zio Creonte che l’accusa di disobbedienza ai suoi ordini. Ma lo sappiamo, e facciamo finta di niente. Per questo ha deciso di fare «giustizia» a modo suo: attingendo ai conti dei clienti più facoltosi e distribuendo denaro per aiutare i correntisti in difficoltà o che non riuscivano ad accedere al credito bancario. Consentire che sia data loro degna sepoltura. E viene per questo condannata a morte. Nessuno quindi poteva impedire la sepoltura di un corpo, nemmeno se apparteneva ad un traditore; e soprattutto nessuno poteva vietare ad una sorella di seppellire il proprio fratello. Un ordine non artificiale, non imposto dagli uomini che viene definito disordineda chi impone un altro tipo di ordine, come il re di Tebe che teme l’anarchia: solo il rispetto del diritto positivo, solo l’ubbidienza alle leggi dello Stato possono scongiurare il diffondersi del disordine anarchico, sia nel caso in cui tali leggi siano giuste, sia nel caso che appaiano del tutto ingiuste. Pubblicato il: 8 ottobre 2018 alle 7:25 am. E pare quasi di risentire l’appello di Antigone alla leggi “immutabili, che non sono di ieri né di oggi, ma esistono da sempre”. Antigone pretende che il corpo del fratello Polinice, morto nella battaglia di Tebe contro l’altro fratello Eteocle, trovi una degna sepoltura. Basti pensare che negli Usa degli anni sessanta i diritti civili dei neri furono riconosciuti dopo atti di disobbedienza civile di massa o che l’India ottenne l’emancipazione nazionale con le azioni disobbedienti di Gandhi. In tali parole è racchiuso lo scontro tra due diverse concezioni del mondo, tra due diverse modalità di pensiero che, ancora oggi, non ha trovato una soluzione. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo, Raffaele Cortina, 2018) ci ricorda che la pratica di seppellire i morti risale alla notte dei tempi ed è uno dei contrassegni della nostra umanità, qualcosa che – a un certo punto dell’evoluzione – ci ha resi diversi dagli altri animali. Recuperare i cadaveri dei migranti affogati nel Mediterraneo. Edipo è il potere ’preso’ con la forza dell’omicidio del padre (la legge naturale), e condannando i figli in lotta per la successione è un ravveduto che vede lontano: il potere nega con le sue leggi l’umano e la giustizia connessa! Non potrebbe essere più distante la lettura di Pepino, che rivendica, al contrario, la politicità della scelta di Antigone, esaltata dal confronto con l’acquiescenza della sorella Ismene, lei sì personaggio impolitico, ripiegato nel privato, incapace di andare oltre il ruolo che la tradizione assegna al suo sesso (“siamo nate donne, sì da non poter lottare contro gli uomini. Tebe aveva sette porte e così furono scelti sette valorosi condottieri per conquistarla. Antigone: riassunto e attualità del messaggio La tragedia fu scritta nel 442 a.C.. Il suo autore, Sofocle, era fra i tragediografi più amati dagli Ateniesi. Cito, alla rinfusa, tra le mie letture recenti: C’è chi dice no. Anche nella vicenda dell’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, si è parlato di disobbedienza civile come strumento di azione e risposta contro politiche governative sempre più punitive nei confronti dei migranti. Nel restituirne la complessità e l’ambiguità (soprattutto quella di Creonte che – ha ragione Rossi – è figura letterariamente e psicologicamente più complessa, più tormentata, e in questo senso perfino più “umana”, di Antigone). Se non acconsenti all'utilizzo di cookie di terze parti alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili.Chiudendo questo banner o accedendo ad un'altra pagina del sito, acconsenti all'uso dei cookie. A mio parere la sostanza e l’essenza del mito di Antigone è nella lotta tra il potere senza legge umana e la la ’giustizia-legge’ umana (poi identificata questa con il diritto naturale e quella- del potere- con il diritto positivo). In termini contemporanei, è il problema della legittimità del … Il vedere il diritto positivo incarnato dal potere è un’operazione riduttiva, anche se muove dal dato dell’uso del diritto positivo da parte del potere! Il potere democratico (Laterza, 2011) e Cittadini senza politica. Per lei infatti, non fu applicata la pena di morte perché nessuno ebbe il coraggio di ucciderla. La vicenda intorno alla quale si snoda la tragedia è nota. Quando si parla del mito di Antigone si ricorda la storia di una ragazza che da sola ebbe il coraggio di contrastare leggi dello Stato da lei ritenute ingiuste. E nell’invitarci a riflettere sulle ragioni dell’uno e dell’altra, e sui rischi dell’estremizzazione delle posizioni di entrambi: il rischio del fondamentalismo, nel caso di Antigone; … La vicenda si sviluppa come conseguenza dell’assedio di Tebe, la città su cui aveva regnato il padre Edipo. Riflettendo su questa tragedia, ciascuno di noi può domandarsi: «quando sono stato o stata un’Antigone?», «Quando invece non ho avuto il coraggio di esserlo?». Nonostante gli sforzi dei valorosi eroi di Argo Tebe riuscì a sopravvivere; i due fratelli rivali, Eteocle e Polinice, si uccisero a vicenda davanti alla settima porta, così come aveva augurato loro il padre Edipo che, prima di morire, li aveva maledetti perché ciascuno di loro tentava di farsi nominare come legittimo successore. Per questo non mi convince l’immagine di un’Antigone “individualista”, disinteressata ai destini della città, narcisisticamente attratta dalla prospettiva del martirio, in nome di un “credo intimo, assoluto, estraneo o addirittura ostile alla dimensione del vivere sociale” (p. 48). Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Infatti, alcuni hanno paragonato la capitana della nave Sea Watch, Carola Rackete, alla nota figura mitologica. Non a torto, Antigone è da sempre considerata il simbolo della lotta contro il potere, della ribellione romantica e solitaria contro il dominio ingiusto di un tiranno senza limiti. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. I suoi due fratelli, Eteocle e Polinice, sono morti l’ uno per mano dell’ altro: Eteocle difendendo la città dall’ assalto dei nemici; Polinice assediando una delle sue sette porte, difesa da Eteocle. Chi ci governa è più forte e noi dobbiamo piegarci a quest’ordine”). Domande che solo i miti greci, con la loro forza e irruenza, possono porci in maniera così lucida e travolgente. Tra le sue pubblicazioni: In nome del popolo. Quando è il momento, però, Eteocle rifiuta di cedere il comando al fratello e il paese piomba nella guerra civile, con Polinice, alleato agli Argivi, che guida un esercito contro la propria città. Il rapporto tra le leggi civili e il diritto naturale è un tema vivo ancora oggi, poiché esso ha profonde ripercussioni sul concetto di giustizia. La conoscenza dei miti, soprattutto di quelli greci, eleva l’essere umano ad una superiore consapevolezza, produce civiltà e rende tutti migliori. Per vendicare l’affronto fatto alla città da parte di Polinice Creonte emanò un editto secondo il quale il corpo del traditore avrebbe dovuto rimanere insepolto, sotto il sole cocente, ed essere sbranato dalle bestie. Se Rossi attira l’attenzione sulla “disobbedienza distruttiva” dei ginecologi che obiettano all’interruzione di gravidanza, dei No vax o dei testimoni di Geova contrari a sottoporre i propri figli a trasfusioni (casi in realtà paragonabili fino a un certo punto a quello di Antigone, la cui scelta non ha ricadute dirette sui diritti altrui), Pepino invita a riflettere sugli abusi che ancora oggi vengono quotidianamente perpetrati invocando – alla maniera di Creonte – lo “stato di eccezione”: dalla legittimazione della tortura e della guerra alla criminalizzazione del dissenso, bene esemplificata, ai nostri giorni, dalla persecuzione politica e giudiziaria nei confronti dei No TAV, di Mimmo Lucano e delle ONG impegnate nei salvataggi in mare. Nel restituirne la complessità e l’ambiguità (soprattutto quella di Creonte che – ha ragione Rossi – è figura letterariamente e psicologicamente più complessa, più tormentata, e in questo senso perfino più “umana”, di Antigone). Nessuno si aspettava che fosse proprio lei, una donna giovane, la responsabile del misfatto. Roma, 8 Ottobre 2018 – L’ Antigone di Sofocle fu rappresentata per la prima volta nel 442 a.C., ad Atene, durante la celebrazione delle Grandi Dionisie (una cerimonia in onore di Dioniso nel corso della quale i tragediografi erano chiamati a gareggiare in agoni tragici). Questo sito web utilizza i cookie per monitorare l'utilizzo e le preferenze. Leggi commenti. La notizia della sepoltura del corpo giunse al re e, per capire chi fosse il responsabile, il cadavere fu nuovamente messo allo scoperto; le guardie di Creonte si appostarono nelle vicinanze e con sorpresa colsero Antigone sul fatto, mentre stava ricoprendo un’altra volta il cadavere con terra ed acqua. È a questo punto che Antigone pronuncia una frase che rimarrà scolpita nel cuore di tutti i lettori per secoli, una frase commovente e nello stesso tempo straziante: “Non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore”. Oltre ad essere un oltraggio, la mancata sepoltura significava per il mondo greco l’impossibilità di accedere al mondo dei morti, quindi di mettere in pace la propria anima. E se, invece, nel gettare una manciata di terra sul corpo straziato di Polinice, Antigone ricordasse ai suoi impauriti concittadini – e a noi, oggi – i valori su cui ogni convivenza civile non può non fondarsi? Anche se tu ti ostinerai a vedere in loro i tratti di Antigone e io quelli di Creonte” (p. 127). Dopo queste parole Antigone fu imprigionata e lasciata morire in carcere. Da allora il mito di Antigone è considerato il simbolo della lotta contro il potere. La ragazza fu così portata davanti al cospetto del re che era suo zio. Mentre Antigone, che non si nasconde e rivendica orgogliosamente il proprio gesto di fronte a Creonte, potrebbe ben essere accostata a figure storiche come Rosa Parks, Jan Palach, o anche Carola Rackete: tutte persone che, ribellandosi a leggi ingiuste, hanno indicato e indicano, al di là delle loro stesse intenzioni, la possibilità di un’“altra politica”, ispirata alla pietas e ai diritti. La violazione dell’editto era punita addirittura con la morte. È l’anarchia il pessimo dei mali: distrugge le città e sconvolge le case, mette in fuga e fa a pezzi gli eserciti in battaglia. Le mura di Anagoor: riassunto e commento del racconto di Dino Buzzati, Il libro dell’inquietudine: commento al libro di Fernando Pessoa, Procopio di Cesarea e la renovatio imperii. Questo sito utilizza cookies tecnici e analitici, anche di terze parti, per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Una rivisitazione della celebre tragedia di Sofocle da parte di due uomini di legge, ex magistrati, dalle molte affinità ideali e culturali, con un passato di comune militanza in Magistratura democratica (di cui Rossi è stato presidente e Pepino segretario nazionale). Ho deciso di inserire questo mio pensiero come commento, per non compromettere la lettura dello scritto su Antigone. E nell’invitarci a riflettere sulle ragioni dell’uno e dell’altra, e sui rischi dell’estremizzazione delle posizioni di entrambi: il rischio del fondamentalismo, nel caso di Antigone; quello del cinismo e dell’esercizio arbitrario del potere, nel caso di Creonte. Parziale perché lo ricopri di terra senza sotterrarlo del tutto ma tanto bastava perché le norme si ritenessero violate. Un dialogo (Edizioni Gruppo Abele, 2019). Allora dobbiamo ammettere che, al netto del rispetto delle leggi scritte e del diritto positivo, esiste la necessità di obbedire alle leggi della coscienza che nessuno ha mai scritto, una necessità che non può di certo considerarsi attenuante o esimente rispetto ad un processo e all’applicazione di una sanzione penale.

Pec Gratuita Aruba, Vi Nacque Sant'agostino, Antonio Socci Libero, Libri Scolastici On Line, Nada Nome Significato, Almanacco 26 Maggio, Eventi Settembre 2020,

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