19 luglio 1992 una strage di stato

Il Fatto di Domani - Ogni sera il punto della giornata con le notizie più importanti pubblicate sul Fatto. +120 posti in terapia intensiva, © 2009 - 2020 SEIF S.p.A. - C.F. [36], Nel 1993 la Procura di Caltanissetta aprì un secondo filone d'indagine parallelo per accertare le responsabilità nelle stragi di Capaci e via d'Amelio di eventuali suggeritori o concorrenti esterni all'organizzazione mafiosa (i cosiddetti "mandanti occulti" o "a volto coperto"): nel 1998 vennero iscritti nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri sotto le sigle “Alfa” e “Beta” per concorso in strage, soprattutto in seguito alle dichiarazioni de relato del collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi;[37] tuttavia nel 2002 il giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta archiviò l'inchiesta su “Alfa” e “Beta” al termine delle indagini preliminari poiché non si era potuta trovare la conferma delle chiamate de relato. ⇨ Internauti – day four day five day six (the end?) O spiegarci perché, dopo avere telefonato a Paolo per incontrarlo mentre stava interrogando Gaspare Mutolo, a sole 48 ore dalla strage, gli fece invece incontrare il capo della Polizia dott. Da parte mia sono certo che non riuscirò a conoscere la verità in quel poco che mi resta da vivere dato che, a 65 anni, sono solo un sopravvissuto in una famiglia in cui mio padre, il fratello di mio padre, mio fratello, sono tutti morti a 52 anni, i primi per cause naturali, l’ultimo perché era diventato un corpo estraneo allo Stato le cui Istituzioni egli invece profondamente rispettava (sempre le Istituzioni, non sempre invece quelli che le rappresentavano). Chiedo soprattutto al sen. Nicola Mancino, del quale ricordo, negli anni immediatamente successivi al 1992, una sua lacrima spremuta a forza durante una commemorazione di Paolo a Palermo, lacrima che mi fece indignare al punto da alzarmi ed abbandonare la sala, di sforzare la memoria per raccontarci di che cosa si parlò nell’incontro con Paolo nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte. (function(){for(var g="function"==typeof Object.defineProperties?Object.defineProperty:function(b,c,a){if(a.get||a.set)throw new TypeError("ES3 does not support getters and setters. E’ il prezzo da pagare per rimanere nel sistema. Peter Gomez, Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. La strage di via D'Amelio fu un attentato di stampo terroristico - mafioso avvenuto in Italia il 19 luglio 1992, una domenica, all'altezza del civico 21 di via Mariano D'Amelio a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio ), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosinae Claudio Traina. Una società segreta ben curiosa, con i n... La richiesta dovrebbe essere indirizzata a chi posta di... A tutto c'è una spiegazione. } Soggetto: Marco Canestrari e Salvatore Borsellino. !b.a.length)for(a+="&ci="+encodeURIComponent(b.a[0]),d=1;d=a.length+e.length&&(a+=e)}b.i&&(e="&rd="+encodeURIComponent(JSON.stringify(B())),131072>=a.length+e.length&&(a+=e),c=!0);C=a;if(c){d=b.h;b=b.j;var f;if(window.XMLHttpRequest)f=new XMLHttpRequest;else if(window.ActiveXObject)try{f=new ActiveXObject("Msxml2.XMLHTTP")}catch(r){try{f=new ActiveXObject("Microsoft.XMLHTTP")}catch(D){}}f&&(f.open("POST",d+(-1==d.indexOf("?")?"? (Sul web come libertà assoluta, poi, ci metteresti la mano sul fuoco? Lui era contrario, per questo l’hanno eliminato». Basta con i martiri! e P.IVA 10460121006, // INIT FB Pixel when global var initADV is set to true or when global event gdpr-initADV GETS FIRED Che poi il dovere, il coraggio, anche l’eroismo, quello senza virgolette, siano qualità che possono tramortire chi vive di spacciature, picciotti nel calcestruzzo e camurrie, su questo, diciamolo pure, non ci sono obiezioni. Salvatore Borsellino La nuova verità che agita l'antimafia, Primo rapporto della squadra mobile di Palermo sulla strage di via d'Amelio, UNA PISTOLA A 13 ANNI E UN BOSS PER COGNATO, Audizione del procuratore Sergio Lari dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia - XVI LEGISLATURA, La Procura di Caltanissetta ascolta il vicequestore Genchi - la Repubblica.it, RIINA E ALTRI 17 A GIUDIZIO PER VIA D'AMELIO, Scarantino ritratta: "Su Borsellino ho mentito", Borsellino bis, sette ergastoli Credibile il pentito Scarantino, Continua ad adombrarla la frase "In via D'Amelio c'entrano i servizi che si trovano a Castello Utveggio e che dopo cinque minuti dall'attentato sono scomparsi", attribuita ad un imputato del processo per la trattativa Stato-mafia da due agenti di scorta presenti alla trasmissione della seduta del 31 maggio 2013, secondo, Borsellino bis, ergastoli confermati maxi risarcimento da 300 mila euro, Sentenza della Cassazione per il processo "Borsellino ter", Sentenza d'appello del processo stralcio per le stragi di Capaci e via d'Amelio, Strage del '92 carcere a vita per i mandanti, Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia - XVI LEGISLATURA, Stragi di Capaci e via D'Amelio archiviazione per Berlusconi, Suicidio Gardini e fondi riciclati le nuove verità dei pm antimafia, Interrogatorio del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, Audizione del procuratore Francesco Messineo dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia - XVI LEGISLATURA, Tranchina decide di collaborare 'Portai Graviano in via D'Amelio, E tornano in libertà gli ergastolani condannati nel vecchio processo, Morto il boss ergastolano che abitava in via D'Amelio, Via D'Amelio, prime tre condanne quindici anni al pentito Spatuzza, Nuovo processo via D'Amelio chiesta testimonianza Napolitano, Mafia, Borsellino quater: la prescrizione salva Scarantino, Mafia. Uccidere un altro magistrato avrebbe accesso ancora di più, come è poi successo, le coscienze della parte sana delle istituzioni. Tweet. ⇨ L’ultimo dipinto che ho visto con la pandemia già in atto, ma non ancora dichiarata [30], Nel 1999 la Corte d'Assise di Caltanissetta condannò in primo grado all'ergastolo Giuseppe Madonia, Benedetto Santapaola, Giuseppe Calò, Giuseppe Farinella, Raffaele Ganci, Antonino Giuffrè, Filippo Graviano, Michelangelo La Barbera, Giuseppe e Salvatore Montalto, Matteo Motisi, Bernardo Provenzano, Salvatore Biondo (classe 1955), Cristofaro Cannella, Domenico e Stefano Ganci mentre il collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi venne condannato a ventisei anni di carcere, l'altro collaboratore Giovan Battista Ferrante a ventitré anni, Francesco Madonia a diciotto anni, Salvatore Biondo (classe 1956) a dodici anni mentre Mariano Agate, Salvatore Buscemi, Antonino Geraci, Giuseppe Lucchese, Benedetto Spera e il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca a sedici anni. } else { ");b!=Array.prototype&&b!=Object.prototype&&(b[c]=a.value)},h="undefined"!=typeof window&&window===this?this:"undefined"!=typeof global&&null!=global?global:this,k=["String","prototype","repeat"],l=0;lb||1342177279>>=1)c+=c;return a};q!=p&&null!=q&&g(h,n,{configurable:!0,writable:!0,value:q});var t=this;function u(b,c){var a=b.split(". ⇨ Diari di maggio. [16], Nell'aprile 2011 anche Fabio Tranchina (ex uomo di fiducia di Giuseppe Graviano) iniziò a collaborare con la giustizia, confermando le dichiarazioni di Spatuzza: infatti Tranchina riferì che una settimana prima della strage aveva compiuto due appostamenti in via d'Amelio insieme a Graviano, il quale gli chiese anche di procurargli un appartamento nelle vicinanze ma poi gli disse che aveva deciso di piazzarsi nel giardino dietro un muretto in fondo a via d'Amelio per azionare il telecomando che provocò l'esplosione. Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it. t = b.createElement(e); Mi interessa parlare di: E poi che se ne fanno del dna raccolto e messo in un ar... RISPONDI: Lo scientismo come nuova religione. La urla con forza, senza remore. ⇨ Attendiamo il dopoguerra Sono solo punti di domanda. Quando i pentiti parlarono di loro dicevano “ucciderli è stato un errore perchè si stavano distruggendo da soli, con l’invidia dei colleghi e la necessità per loro di avere sempre più potere per combatterci”. [16] I magistrati di Palermo e Caltanissetta acquisirono anche le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Salvatore Cancemi e Giovanni Brusca nel processo "Borsellino ter",[30] in cui affermavano che Salvatore Riina fece sospendere la preparazione dell'attentato contro l'onorevole Calogero Mannino ed insistette particolarmente per accelerare l'uccisione di Borsellino ed eseguirla con modalità eclatanti. «Mio fratello è stato ucciso dai servizi segreti. Ma l’indulto non è un condono. Che Paolo avrebbe svelato quella scellerata trattativa nel momento opportuno, come aveva fatto in tante altre occasioni. Chiedo alla Procura di Caltanissetta di non archiviare, se non lo ha già fatto, le indagini relative alla sparizione dell’agenda rossa di Paolo e di chiarire il coinvolgimento dei tutte le persone, dei servizi e non, in essa coinvolte. La convincente complessità di Marina Valcarenghi →, http://www.xantology.com/2007/07/22/come-un-virus/, http://www.xantology.com/2007/07/24/non-ci-puo-essere-una-democrazia-fondata-sul-sangue-e-su-ricatti-incrociati/. Ma non c’è eroismo in magistrati come Di Pietro, Woodcock, o Forleo. Poi quell’alba si è rivelata solo un miraggio, la coscienza civile che purtroppo in Italia deve sempre essere svegliata da tragedie come quella di Capaci o di Via D’Amelio, si è di nuovo assopita sotto il peso dell’ indifferenza e quella che sembrava essere la volontà di riscatto dello Stato nella lotta alla mafia si è di nuovo spenta, sepolta dalla volontà di normalizzazione e compromesso e contro i giudici, almeno contro quelli onesti e ancora vivi, è iniziata un altro tipo di lotta, non più con il tritolo ma con armi più subdole, come la delegittimazione della stessa funzione del magistrato, e di quelli morti si è cercato da ogni parte di appropriarsene mistificandone il messaggio.Per anni allora ho sentito crescere in me, giorno per giorno, sentimenti di disillusione, di rabbia e a poco a poco la speranza veniva sostituita dalla sfiducia nello Stato, nelle Istituzioni che non avevano saputo raccogliere il frutto del sacrificio di quegli uomini, e allora ho smesso di parlare ai giovani convinto che non era mio diritto comunicare loro questi sentimenti, soprattutto che non era mio diritto di farlo come fratello di Paolo che, sino all’ultimo momento della sua vita, aveva sempre tenuto accesa dentro di sé, e in quelli che gli stavano vicino, la speranza, anzi la certezza, di un domani diverso per la sua Sicilia e per il suo Paese. Prescrizioni sanitarie e mutazioni del corpo (1/2) Magistratura Democratica prese le distanze sia da Falcone e Borsellino. E’ quanto dovrà ora chiarire la nuova indagine. In questo video (QUI) della finanza sul web, Vitangeli ... Vedo che anche questa volta nessun intervento nel merit... @oriundo2006 ⇨ Come stai? Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati. fondamentale per il nostro lavoro. Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana, ⇨ Il rumore della fabbrica Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci. Ma era chiaro da che parte stava. Ognuno pùò mettersi in contatto con l’ex servitore dello stato avv. if (!f._fbq) Come disse Borsellino a proposito di Sciascia, no comment. Gli agenti di scorta ebbero a dichiarare che la via D'Amelio era considerata una strada pericolosa in quanto molto stretta, tanto che, come rivelato in una intervista rilasciata alla Rai da Antonino Caponnetto, era stato chiesto alle autorità di Palermo di vietare il parcheggio di veicoli davanti alla casa, richiesta rimasta però senza seguito. Un telecomando, quello che potrebbe essere stato utilizzato per far saltare l’autobomba piazzata in via d’Amelio, e una presenza anomala, quella di un poliziotto notoriamente «spione», individuato nel luogo della strage subito dopo l’inferno di quella domenica pomeriggio del 19 luglio del 1992. I fatti riferiti in queste denunce, di cui Paolo Borsellino si era occupato nei giorni immediatamente precedenti il suo assassinio, sono state oggetto di una “Relazione sull’infiltrazione mafiosa nei Cantieri Navali di Palermo” da parte della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia (relatore on. interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Chiedo solo, in questa occasione, di avere delle risposte ad almeno alcune delle tante domande, dei tanti dubbi che non mi lasciano pace. Chiedo alla Procura di Caltanissetta di non archiviare, se non lo ha già fatto, le indagini relative alla sparizione dell’agenda rossa di Paolo e di chiarire il coinvolgimento di tutte le persone, dei servizi e non, in essa coinvolte. Intervista a Fulvio Grimaldi, Corona, il rituale occulto di iniziazione. Perché il poliziotto trasferito quel 19 luglio si trovava sul luogo della strage? Affermazione palesemente risibile: in quei giorni si erano susseguite le segnalazioni di possibili attentati a Paolo Borsellino e bastava interrogare gli stessi agenti della scorta, cinque dei quali morti insieme a lui, per sapere quali erano i punti più a rischio. Nello scontro di volontà antitetiche la più debole, non la più evoluta, è destinata a soccombere. [46], Il 2 marzo 2012 il giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta emise un'ordinanza di custodia cautelare per Vittorio Tutino, Calogero Pulci (accusato di calunnia), Salvatore Madonia (accusato di essere stato un componente della "Commissione provinciale" di Cosa Nostra in qualità di reggente del mandamento di Resuttana e quindi di avere avallato la strage) e Salvatore Vitale (accusato da Spatuzza di avere messo a disposizione il suo maneggio per la consegna delle targhe rubate da apporre sull'autobomba per evitarne l'identificazione e di avere controllato le visite del giudice Borsellino alla madre poiché abitava nello stesso palazzo in via d'Amelio):[16] tuttavia il procedimento a carico di Vitale venne sospeso per via delle sue gravi condizioni di salute, che lo portarono alla morte qualche tempo dopo;[47] infine, nel novembre dello stesso anno, la Procura di Caltanissetta chiuse le indagini sulla strage. ⇨ L’ultimo dipinto che ho visto con la pandemia già in atto, ma non ancora dichiarata s = b.getElementsByTagName(e)[0]; Mantovano) ma come purtroppo troppo spesso succede in Italia con gli atti delle commissioni parlamentari, non hanno poi avuto sviluppi sul piano parlamentare mentre su quello giudiziario, come sempre succede quando si passa dalle indagini sulla mafia a quello sui livelli “superiori”, hanno subito la consueta sorte dell’archiviazione. ⇨ La mia segregazione (nuovi autismi # 33) La strage di via D'Amelio fu un attentato di stampo terroristico - mafioso avvenuto in Italia il 19 luglio 1992, una domenica, all'altezza del civico 21 di via Mariano D'Amelio a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio[1]), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ma Paolo l’aveva annotato nell’agenda grigia, e quella non è andata perduta. Da questa mia apatia, da questo rinchiudermi in una torre d’avorio limitandomi a giudicare ma senza più volere agire, sono stato di recente scosso da un incontro illuminante con Gioacchino Basile, un uomo che ha pagato sempre di persona le sue scelte, che, all’interno dei Cantieri Navali di Palermo e della Fincantieri, ha sempre condotto, praticamente da solo e avendo contro lo stesso sindacato, quella lotta contro la mafia che sarebbe stata compito degli organismi dello Stato, Stato che invece, secondo le sue circostanziate denunce, intesseva accordi con la mafia trasformando le Partecipazioni Statali in un organismo di partecipazione al finanziamento e al potere della mafia in Sicilia. Penso al bel lavoro svolto dal collettivo Ippolita sull’argomento). Certo, è strano che la notizia dell’indagine sia uscita il giorno dopo la mia lettera aperta. [35] Nel settembre 2008 la Corte di Cassazione confermò questa sentenza. Da parte mia sono certo che non riuscirò a conoscere la verità in quel poco che mi resta da vivere dato che, a 65 anni, sono solo un sopravvissuto in una famiglia in cui mio padre, il fratello di mio padre, mio fratello, sono tutti morti a 52 anni, i primi per cause naturali, l’ultimo perché era diventato un corpo estraneo allo Stato le cui Istituzioni egli invece profondamente rispettava (sempre le Istituzioni, non sempre invece quelli che le rappresentavano). With Luigi Amico, Giuseppe Lo Bianco, Nicola Biondo, Salvatore Borsellino. Non in linea con il boom di accessi. (pmb), Share the post "19 Luglio 1992 : Una strage di stato. ⇨ Taccuino di una quarantena Rimarrò a Milano per stare accanto alla gente comune. ⇨ Ciao, Giulio, Bolzano, 8-9 settembre Un regalo che ha voluto fare mio fratello Paolo. Chiedo alla Procura di Caltanissetta, e in particolare al gip Giovanbattista Tona, il motivo dell’archiviazione delle indagini relative alla pista del Castello Utveggio: eppure proprio da questo luogo partirono, subito dopo l’attentato, delle telefonate dal cellulare clonato di Borsellino a quello del dott. La versione integrale sta circolando solo sulla rete. Directed by Marco Canestrari. Mi aspettavo un maggior numero di commenti. [16][45] Per queste ragioni, il 27 ottobre dello stesso anno la Corte d'assise d'appello di Catania dispose la sospensione della pena per Salvatore Profeta, Natale Gambino, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Cosimo Vernengo, Gaetano Murana, Gaetano Scotto e Vincenzo Scarantino, che erano stati condannati nei processi "Borsellino uno" e "Borsellino bis". Ho lasciato Palermo 35 anni fa, e non ci tornerò più. View all posts by jan reister →, Tags:democrazia mafia paolo borsellino sicilia, “in italia l’idignazione dura quanto l’orgasmo, poi, viene il sonno…”, Segnalo anche la risposta di Nicola Mancino (16 luglio) e la replica di S. Borsellino (17 luglio): Francesca: una stretta di mano per l’idea OTTIMA di leggere la lettera in classe. Altri tempi, un altro stile. Altrimenti, grazie alla sparizione dell’agenda rossa di Paolo, non saremo mai in grado di saperlo. Come ci inquadriamo quando videochiamiamo Da questa mia apatia, da questo rinchiudermi in una torre d’avorio limitandomi a giudicare ma senza più volere agire, sono stato di recente scosso da un incontro illuminante con Gioacchino Basile, un uomo che ha pagato sempre di persona le sue scelte, che, all’interno dei Cantieri Navali di Palermo e della Fincantrieri, ha sempre condotto, praticamente da solo e avendo contro lo stesso sindacato, quella lotta contro la mafia che sarebbe stata compito degli organismi dello Stato, Stato che invece, secondo le sue circostanziate denunce, intesseva accordi con la mafia trasformando le Partecipazioni Statali in un organismo di partecipazione al finanziamento e al potere della mafia in Sicilia. Il disastro della Val di Stava fu un'inondazione di fango che si verificò il 19 luglio 1985 nella val di Stava in Trentino che provocò la morte di 268 persone. A partire da quando i voti assicurati dalla mafia in Sicilia consentivano alla Democrazia Cristiana di governare nel resto dell’Italia anche se questo aveva come conseguenza l’abbandono della Sicilia, così come di tutto il Sud al potere mafioso, la rinuncia al controllo del territorio, l’accettazione della coesistenza, insieme alle tasse dello Stato, delle tasse imposte dalla mafia, il pizzo e il taglieggiamento. L'inondazione fu causata del cedimento degli argini dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel, che causarono la fuoriuscita di circa 180 000 m 3 di fango, che travolsero violentemente l'abitato di Stava, nel comune di Tesero. E quando capirono che poteva rivelare quegli accordi segreti, fu dato l’ordine di uccidere». Nazione Indiana - un progetto dell'Associazione Culturale Mauta Qui sotto trovi gli articoli (miei e altrui) che ho pubblicato su Nazione Indiana. Ma il vero segreto di Stato, anche se segreto credo non sia più per nessuno, è lo scellerato accordo di mutuo soccorso stabilito negli anni tra lo Stato e la mafia. [16], Nel giugno 2008 Gaspare Spatuzza (ex mafioso di Brancaccio) iniziò a collaborare con la giustizia e si autoaccusò del furto della Fiat 126 utilizzata nell'attentato, smentendo la versione data dai collaboratori di giustizia Scarantino e Candura: in particolare Spatuzza dichiarò di avere compiuto il furto dell'auto la notte dell'8 luglio 1992 (dieci giorni prima dell'attentato) insieme al suo sodale Vittorio Tutino, su incarico di Cristofaro Cannella e Giuseppe Graviano (capo della Famiglia di Brancaccio); Spatuzza riferì anche che portò l'auto rubata nell'officina di tale Maurizio Costa (dove vennero riparati i freni e la frizione danneggiati) e poi il 18 luglio (il giorno prima della strage) in un altro garage vicino a via d'Amelio, dove Lorenzo Tinnirello e Francesco Tagliavia provvidero a preparare l'innesco e l'esplosivo all'interno dell'auto. Condannati gli altri falsi pentiti, I giudici: «Via D’Amelio il più grande depistaggio della storia» Il video, Paolo Borsellino, i misteri sulla strage di via d'Amelio 25 anni dopo: dal depistaggio senza colpevoli all'Agenda rossa, Strage via D'Amelio, richiesta di rinvio a giudizio per Bo - TGR Friuli Venezia Giulia, Via D'Amelio, 3 poliziotti a processo per depistaggio, La trattativa. Un piccolo blues (della costa ovest) » Blog Archive » Non è mai troppo tardi. La Denuncia sui Tamponi che Smaschera il Grande Inganno del Covid-19. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. Regia e montaggio: Marco Canestrari ⇨ A un’amica (lettera da Shanghai) # 1 !function (f, b, e, v, n, t, s) { [44] Nello stesso periodo, Agnese Piraino Leto (vedova di Borsellino) dichiarò ai magistrati che, qualche giorno prima di essere ucciso, il marito le confidò che il generale dei carabinieri Antonio Subranni (diretto superiore del colonnello Mori) era vicino ad ambienti mafiosi e che c'era un contatto tra mafia e parti deviate dello Stato. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. [40], Nel febbraio 2006 la Procura di Caltanissetta aprì un'indagine sulla scomparsa dell'agenda rossa del giudice Borsellino, in seguito alla segnalazione di una fotografia scattata da un giornalista subito dopo l'attentato in cui si vedeva l'allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli che si allontanava da via d'Amelio con la borsa del giudice Borsellino, che venne ritrovata nell'auto distrutta dall'esplosione dopo alcune ore. Interrogato dai magistrati, Arcangioli (diventato colonnello) sostenne di avere consegnato la borsa ai giudici Vittorio Teresi e Giuseppe Ayala (i quali erano sopraggiunti sul luogo della strage), ma essi negarono la circostanza: per queste ragioni, il colonnello Arcangioli venne inizialmente indagato per false dichiarazioni[41] ma nel febbraio 2008 il giudice per le indagini preliminari lo incriminò anche per il furto dell'agenda rossa e la Procura di Caltanissetta ne chiese il rinvio a giudizio:[42] tuttavia il giudice dell'udienza preliminare rigettò la richiesta, sostenendo che non vi erano le prove per un'incriminazione di Arcangioli poiché la borsa in questione rimase per quattro mesi presso la squadra mobile di Palermo senza essere aperta e quindi l'agenda potrebbe essere stata sottratta in un momento successivo ma avanzò anche l'ipotesi che, al momento dell'attentato, Borsellino avesse l'agenda rossa in mano e non nella borsa (come testimoniato dall'agente sopravvissuto Antonino Vullo)[2] e quindi questa andò distrutta nell'esplosione.

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